In tempi grigi di revisionismo o di traballanti riabilitazioni storiche, si propone una serrata ricostruzione degli avvenimenti sociali e politici della Sicilia e del Mezzogiorno dal 1860, anno memoriale della storia d’Italia, al 1943 e oltre, condotta in un corpo a corpo con testi letterari, inchieste, memorie, lettere, dispacci, nel tentativo di cogliere i caratteri di una società sempre sconvolta dalla lotta per la conquista del potere e quindi pervicacemente segnata da una ideologia del trasformismo. Dalle limpide osservazioni di Ippolito Nievo, un Gran Lombardo venuto a morire per i grandi ideali risorgimentali nelle acque del Tirreno, a Verga, De Roberto, Pirandello, fino alle illuminanti pagine di Guido Dorso, Leonardo Sciascia, Carlo Levi, Tomasi di Lampedusa, di cui si analizza in profondità la sua riflessione politica nelle meravigliose pagine de Il Gattopardo – dal dialogo con l’organista Ciccio Tumeo all’indomani del Plebiscito a quello con il delegato piemontese Chevalley –, la Questione meridionale appare una questione infinita di classi dirigenti inadeguate, di inquietanti capitani di ventura e di uomini nuovi come Calogero Sedàra, carattere esemplare di una italianità costantemente impegnata in una vorace ascesa nel campo del potere economico e politico. Il sindaco di Donnafugata, forte in quanto privo di una dimensione morale, è «l’uomo nuovo come dev’essere; è peccato però che debba essere così». Gli sbarchi, da quello avventuroso di Garibaldi nel maggio del Sessanta a quello imponente degli americani nel luglio 1943, hanno determinato repentini cambi di regime ma lentissime trasformazioni antropologiche.

I Gattopardi e i Sedàra nelle terre degli sbarchi. Da Garibaldi agli americani

Antonio Iermano
2020-01-01

Abstract

In tempi grigi di revisionismo o di traballanti riabilitazioni storiche, si propone una serrata ricostruzione degli avvenimenti sociali e politici della Sicilia e del Mezzogiorno dal 1860, anno memoriale della storia d’Italia, al 1943 e oltre, condotta in un corpo a corpo con testi letterari, inchieste, memorie, lettere, dispacci, nel tentativo di cogliere i caratteri di una società sempre sconvolta dalla lotta per la conquista del potere e quindi pervicacemente segnata da una ideologia del trasformismo. Dalle limpide osservazioni di Ippolito Nievo, un Gran Lombardo venuto a morire per i grandi ideali risorgimentali nelle acque del Tirreno, a Verga, De Roberto, Pirandello, fino alle illuminanti pagine di Guido Dorso, Leonardo Sciascia, Carlo Levi, Tomasi di Lampedusa, di cui si analizza in profondità la sua riflessione politica nelle meravigliose pagine de Il Gattopardo – dal dialogo con l’organista Ciccio Tumeo all’indomani del Plebiscito a quello con il delegato piemontese Chevalley –, la Questione meridionale appare una questione infinita di classi dirigenti inadeguate, di inquietanti capitani di ventura e di uomini nuovi come Calogero Sedàra, carattere esemplare di una italianità costantemente impegnata in una vorace ascesa nel campo del potere economico e politico. Il sindaco di Donnafugata, forte in quanto privo di una dimensione morale, è «l’uomo nuovo come dev’essere; è peccato però che debba essere così». Gli sbarchi, da quello avventuroso di Garibaldi nel maggio del Sessanta a quello imponente degli americani nel luglio 1943, hanno determinato repentini cambi di regime ma lentissime trasformazioni antropologiche.
2020
978-88-3315-246-2
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