Nel contributo dedicato alla lirica Paz / Friede di Stefan George l’autotraduzione viene studiata come processo con cui l’autore prosegue nella madrelingua, il tedesco, il lavoro al proprio testo poetico inizialmente composto nella “lingua romana”, un linguaggio letterario di sua creazione, definito dallo stesso autore una “klingende […] literatur sprache”. Per appurare se la fase di scrittura nella lingua romana, risalente al 1889, e le autotraduzioni consecutive verso il tedesco, dello stesso periodo, abbiano consentito a George di lavorare alla realizzazione di un linguaggio poetico caratterizzato da una ‘musicalità’ innanzitutto vocalica, l’autrice del saggio si sofferma sui pattern vocalici delle due versioni linguistiche, illustrando come possono essere impegati per costruire la realtà ‘musicale’ e poetica dei testi. La struttura ‘musicale’ dei testi viene messa in relazione alla rilevanza attribuita da Stefan George, in due scritti successivi (del 1894 e del 1897), alla costruzione ritmica e sonora del testo poetico. Attraverso una lettura in chiave poetologica, la lirica Paz / Friede viene infine letta quale anticipazione della lirica ‘sacra’ all’interno del George-Kreis, il cenacolo del poeta.

«Nil pensar – apauco precar» / «Gar nichts denken – beinah beten». Studio della poesia Paz / Friede di Stefan George

D'ATENA, Alessandra
2019-01-01

Abstract

Nel contributo dedicato alla lirica Paz / Friede di Stefan George l’autotraduzione viene studiata come processo con cui l’autore prosegue nella madrelingua, il tedesco, il lavoro al proprio testo poetico inizialmente composto nella “lingua romana”, un linguaggio letterario di sua creazione, definito dallo stesso autore una “klingende […] literatur sprache”. Per appurare se la fase di scrittura nella lingua romana, risalente al 1889, e le autotraduzioni consecutive verso il tedesco, dello stesso periodo, abbiano consentito a George di lavorare alla realizzazione di un linguaggio poetico caratterizzato da una ‘musicalità’ innanzitutto vocalica, l’autrice del saggio si sofferma sui pattern vocalici delle due versioni linguistiche, illustrando come possono essere impegati per costruire la realtà ‘musicale’ e poetica dei testi. La struttura ‘musicale’ dei testi viene messa in relazione alla rilevanza attribuita da Stefan George, in due scritti successivi (del 1894 e del 1897), alla costruzione ritmica e sonora del testo poetico. Attraverso una lettura in chiave poetologica, la lirica Paz / Friede viene infine letta quale anticipazione della lirica ‘sacra’ all’interno del George-Kreis, il cenacolo del poeta.
2019
978-88-95868-35-6
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