Il saggio tenta di rispondere alle domande: in che misura si può oggi considerare archiviata la contesa tra innatismi e culturalismi che ha caratterizzato il XX secolo? Essa è stata effettivamente superata o torna a riproporsi in nuove forme? I primi quattro paragrafi inquadrano il dibat- tito sull’innato e l’appreso quale venne a configurarsi dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento, lasciando emergere una funzione ideologica comune, in quella fase storica, ai modelli comporta- mentisti, o sociogenetici, e a quelli innatisti: legittimare l’uso di “tecnolo- gie del comportamento” orientate a programmare dall’alto le associazioni mentali, le attività, e le reattività umane. Il paragrafo conclusivo affronta il dibattito contemporaneo vagliando, sia le posizioni di alcuni esponenti della psicologia evoluzionistica che mirano a rilanciare modelli improntati al determinismo genetico, sia una serie di studi prodotti, durante gli ultimi venti anni, in ambiti di ricerca emergenti come l’epigenetica comportamentale, sociale e culturale, che testimoniano il carattere obsoleto di tali modelli. Particolare attenzione viene rivolta a pubblicazioni che attestano, negli esseri umani e in altri animali sociali, l’in- cidenza dell’ambiente e degli stili di vita materni sullo sviluppo cognitivo e comportamentale di figli e discendenti; gli effetti trans-generazionali dello stress psichico; l’importanza degli stimoli ambientali per lo sviluppo delle capacità di apprendimento; una serie di effetti epigenetici ereditari delle esperienze traumatiche, delle privazioni, e delle diseguaglianze sociali.

“Innato ”/’“ appreso ”: corsi, ricorsi, e nuovi sviluppi del dibattito nelle scienze del comportamento

celentano
2018-01-01

Abstract

Il saggio tenta di rispondere alle domande: in che misura si può oggi considerare archiviata la contesa tra innatismi e culturalismi che ha caratterizzato il XX secolo? Essa è stata effettivamente superata o torna a riproporsi in nuove forme? I primi quattro paragrafi inquadrano il dibat- tito sull’innato e l’appreso quale venne a configurarsi dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento, lasciando emergere una funzione ideologica comune, in quella fase storica, ai modelli comporta- mentisti, o sociogenetici, e a quelli innatisti: legittimare l’uso di “tecnolo- gie del comportamento” orientate a programmare dall’alto le associazioni mentali, le attività, e le reattività umane. Il paragrafo conclusivo affronta il dibattito contemporaneo vagliando, sia le posizioni di alcuni esponenti della psicologia evoluzionistica che mirano a rilanciare modelli improntati al determinismo genetico, sia una serie di studi prodotti, durante gli ultimi venti anni, in ambiti di ricerca emergenti come l’epigenetica comportamentale, sociale e culturale, che testimoniano il carattere obsoleto di tali modelli. Particolare attenzione viene rivolta a pubblicazioni che attestano, negli esseri umani e in altri animali sociali, l’in- cidenza dell’ambiente e degli stili di vita materni sullo sviluppo cognitivo e comportamentale di figli e discendenti; gli effetti trans-generazionali dello stress psichico; l’importanza degli stimoli ambientali per lo sviluppo delle capacità di apprendimento; una serie di effetti epigenetici ereditari delle esperienze traumatiche, delle privazioni, e delle diseguaglianze sociali.
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