Il presente lavoro intende analizzare il tema della lotta per l’uguaglianza razziale e dell’educazione antirazzista, a partire dal contributo di Martin Luther King Jr., leader del Movimento per i diritti civili negli Stati Uniti d’America negli anni ‘50-‘60 del secolo scorso. Si può asserire che l’opera politico-pedagogica svolta da King era finalizzata a favorire il passaggio da una società basata sulla segregazione razziale a una società, diremmo oggi, interculturale, fondata sulla coesistenza e sulla interazione di tutti i suoi membri. Ossia, King si è battuto in primo luogo per costruire le condizioni politiche di un rapporto pacifico della sua comunità (= gli afroamericani) con i ‘bianchi’ d’America, e contestualmente per una gestione dialogica delle pluralità convergenti nella risorsa uomo, che si traduce nella scoperta della persona, senza distinzione di nazionalità, di lingua, di ceto e di credo religioso/politico. Il “sogno” di King non si è tuttavia pienamente realizzato e la ‘questione razziale’ continua ad essere attuale, come dimostra la nascita del Black Lives Matter (letteralmente, “Le vite dei neri contano”), un movimento attivista internazionale, originato all’interno della comunità afroamericana e impegnato nella lotta contro il razzismo sociale e istituzionale. L’hashtag compare su vari social network già nel 2013, ma i tragici fatti degli ultimi mesi (a cominciare dal 25 maggio 2020, data della morte di George Floyd), hanno riportato nuovamente il movimento (e la ‘questione razziale’) all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica internazionali.

L’educazione antirazzista, da Martin Luther King Jr. al Black Lives Matter

Fabrizio Pizzi
2021-01-01

Abstract

Il presente lavoro intende analizzare il tema della lotta per l’uguaglianza razziale e dell’educazione antirazzista, a partire dal contributo di Martin Luther King Jr., leader del Movimento per i diritti civili negli Stati Uniti d’America negli anni ‘50-‘60 del secolo scorso. Si può asserire che l’opera politico-pedagogica svolta da King era finalizzata a favorire il passaggio da una società basata sulla segregazione razziale a una società, diremmo oggi, interculturale, fondata sulla coesistenza e sulla interazione di tutti i suoi membri. Ossia, King si è battuto in primo luogo per costruire le condizioni politiche di un rapporto pacifico della sua comunità (= gli afroamericani) con i ‘bianchi’ d’America, e contestualmente per una gestione dialogica delle pluralità convergenti nella risorsa uomo, che si traduce nella scoperta della persona, senza distinzione di nazionalità, di lingua, di ceto e di credo religioso/politico. Il “sogno” di King non si è tuttavia pienamente realizzato e la ‘questione razziale’ continua ad essere attuale, come dimostra la nascita del Black Lives Matter (letteralmente, “Le vite dei neri contano”), un movimento attivista internazionale, originato all’interno della comunità afroamericana e impegnato nella lotta contro il razzismo sociale e istituzionale. L’hashtag compare su vari social network già nel 2013, ma i tragici fatti degli ultimi mesi (a cominciare dal 25 maggio 2020, data della morte di George Floyd), hanno riportato nuovamente il movimento (e la ‘questione razziale’) all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica internazionali.
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