Si stima che circa 250.000 minori siano coinvolti in conflitti in tutto il mondo: una piaga diffusa soprattutto in Africa e Medio oriente. In base alla definizione dell’Unicef, un bambino soldato è una persona sotto i 18 anni di età, che fa parte di qualunque forza armata o gruppo armato, regolare o irregolare, a qualsiasi titolo (combattenti, cuochi, facchini, messaggeri) e chiunque si accompagni a tali gruppi. La definizione comprende anche le ragazze reclutate per fini sessuali e per matrimoni forzati. Il presente contributo si propone di esaminare il fenomeno dell'impiego dei minori nei conflitti armati, analizzando altresì l’evoluzione delle norme internazionali a partire dai Protocolli delle Convenzioni di Ginevra fino ai più recenti Protocolli della Convenzione dei Diritti del Fanciullo. Vi è in merito una progressiva acquisizione di consapevolezza da parte della comunità internazionale, ma ciò rappresenta soltanto un punto di partenza verso un maggiore impegno nel contrasto di tale crimine. Il diritto all’educazione, in tal senso, rappresenta una delle condizioni fondamentali per consentire agli ex bambini soldato di riprendere il proprio percorso di (ri)costruzione identitaria, nel tentativo di superare i traumi subiti e di riappropriarsi della propria vita.
I BAMBINI SOLDATO E IL DIRITTO ALL’EDUCAZIONE
F. PIZZI
2020-01-01
Abstract
Si stima che circa 250.000 minori siano coinvolti in conflitti in tutto il mondo: una piaga diffusa soprattutto in Africa e Medio oriente. In base alla definizione dell’Unicef, un bambino soldato è una persona sotto i 18 anni di età, che fa parte di qualunque forza armata o gruppo armato, regolare o irregolare, a qualsiasi titolo (combattenti, cuochi, facchini, messaggeri) e chiunque si accompagni a tali gruppi. La definizione comprende anche le ragazze reclutate per fini sessuali e per matrimoni forzati. Il presente contributo si propone di esaminare il fenomeno dell'impiego dei minori nei conflitti armati, analizzando altresì l’evoluzione delle norme internazionali a partire dai Protocolli delle Convenzioni di Ginevra fino ai più recenti Protocolli della Convenzione dei Diritti del Fanciullo. Vi è in merito una progressiva acquisizione di consapevolezza da parte della comunità internazionale, ma ciò rappresenta soltanto un punto di partenza verso un maggiore impegno nel contrasto di tale crimine. Il diritto all’educazione, in tal senso, rappresenta una delle condizioni fondamentali per consentire agli ex bambini soldato di riprendere il proprio percorso di (ri)costruzione identitaria, nel tentativo di superare i traumi subiti e di riappropriarsi della propria vita.File | Dimensione | Formato | |
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