La "Storia della letteratura italiana" di Francesco De Sanctis, un fulminante capolavoro sul piano della riflessione intellettuale e della interpretazione critica, è stata definita in infiniti modi e si è ritenuto persino di paragonarla a un grande romanzo dell’Ottocento. In realtà la Storia è un’opera scientifica, un trattato di educazione ‘politica’, scritto con gusto raffinatissimo e brillantezza letteraria, fondato su severo criterio metodologico, con la precisa idea di rifondare l’identità italiana, di liberare la letteratura dalla ‘gaia scienza’ per infonderle un significato concreto, morale e un dichiarato Senso ‘rivoluzionario’, spezzando quel continuum di negatività propria della nostra storia nazionale. La nuova letteratura, finalmente protagonista ‘activa’ nella storia civile e politica della nuova Italia, si adegua ai processi della modernità, per orientare e guidare la trasformazione, preservando al realismo tutte le sue idealità e realizzando quella utopia della cittadinanza ‘repubblicana’, che il pensiero di Machiavelli, il Lutero italiano, aveva saputo elaborare nel lungo tempo della corruttela e della decadenza. La Storia è la dimostrazione che all’italiano dell’arcadia e della retorica, sempre attratto dalla tutela del proprio ‘particulare’ e quindi pronto a cedere ‘saggiamente’ alle opinioni dominanti e al fascino del potere, occorre preferire l’uomo non cortigiano, capace, attraverso una conoscenza ‘vivente’ delle cose e una cultura democratica nemica della fiacchezza e del fatalismo, ‘convertire il mondo moderno in mondo nostro’, rinunciando definitivamente alla nefasta eredità della gaia scienza per conquista- re un’identità adeguata agli epocali cambiamenti che investono l’Europa contemporanea attraverso un costante, armonico dialogo tra la scienza e la vita.

Contro la 'gaia scienza'. La responsabilità della cultura come ragione e fondamento della "Storia della letteratura italiana" di De Sanctis

Antonio Iermano
2019-01-01

Abstract

La "Storia della letteratura italiana" di Francesco De Sanctis, un fulminante capolavoro sul piano della riflessione intellettuale e della interpretazione critica, è stata definita in infiniti modi e si è ritenuto persino di paragonarla a un grande romanzo dell’Ottocento. In realtà la Storia è un’opera scientifica, un trattato di educazione ‘politica’, scritto con gusto raffinatissimo e brillantezza letteraria, fondato su severo criterio metodologico, con la precisa idea di rifondare l’identità italiana, di liberare la letteratura dalla ‘gaia scienza’ per infonderle un significato concreto, morale e un dichiarato Senso ‘rivoluzionario’, spezzando quel continuum di negatività propria della nostra storia nazionale. La nuova letteratura, finalmente protagonista ‘activa’ nella storia civile e politica della nuova Italia, si adegua ai processi della modernità, per orientare e guidare la trasformazione, preservando al realismo tutte le sue idealità e realizzando quella utopia della cittadinanza ‘repubblicana’, che il pensiero di Machiavelli, il Lutero italiano, aveva saputo elaborare nel lungo tempo della corruttela e della decadenza. La Storia è la dimostrazione che all’italiano dell’arcadia e della retorica, sempre attratto dalla tutela del proprio ‘particulare’ e quindi pronto a cedere ‘saggiamente’ alle opinioni dominanti e al fascino del potere, occorre preferire l’uomo non cortigiano, capace, attraverso una conoscenza ‘vivente’ delle cose e una cultura democratica nemica della fiacchezza e del fatalismo, ‘convertire il mondo moderno in mondo nostro’, rinunciando definitivamente alla nefasta eredità della gaia scienza per conquista- re un’identità adeguata agli epocali cambiamenti che investono l’Europa contemporanea attraverso un costante, armonico dialogo tra la scienza e la vita.
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