L’agosto del 1860, mese e anno memorabili per la storia del nostro Risorgimento nazionale, mentre Garibaldi proseguiva tra l’entusiasmo delle popolazioni siciliane e calabresi la conquista militare del Mezzogiorno, costituì il momento cruciale della crisi e dell’imminente crollo dello Stato borbonico, i cui vertici militari e politici guardavano con accondiscendenza insospettata al Piemonte e al suo re Vittorio Emanuele II. A Napoli, capitale morente del barcollante Regno delle Due Sicilie, rientravano gli esuli dopo un decennio di apocalittica emigrazione fuori dai confini del paese. Tra questi, il 6 agosto sbarca- va da un battello proveniente da Livorno, Francesco De Sanctis, reduce da una stagione iniziata con la terrificante, epica giornata del 15 maggio del 1848 e segnata dal carcere duro di Castel dell’Ovo, dall’amaro esilio torinese, dagli anni trascorsi al Politecnico di Zurigo. Aveva desiderato come non mai il ritorno in patria e più volte, anche nei sogni, si era visto combattere davanti al Palazzo reale di Napoli per la libertà. Sin dai primi giorni del suo arrivo in città fu attivissimo nel dibattito apertosi tra liberali fautori di casa Savoia, filogaribaldini e repubblicani mazziniani. Napoli viveva in uno stato d’immensa confusione e di attesa degli avvenimenti: Francesco II appariva solo come un’ombra dietro i pesanti tendaggi di Palazzo reale. Il conte di Cavour, dalla lontana Torino, dirigeva con fredda razionalità le difficilissime ope- razioni diplomatiche dei suoi emissari e di quanti, con disinvoltura tutta italica, continuavano a giocare su più tavoli. Il patriota e intellettuale De Sanctis, così come spiegava al suo corrispondente Chauffour-Kestner in una straordinaria lettera di quei giorni,” ricominciava a vivere” pur sfidando pericoli e nuove inquietudini.

«Je recommence a vivre». De Sanctis ‘progressivo’: Napoli, agosto 1860

Antonio Iermano
2020-01-01

Abstract

L’agosto del 1860, mese e anno memorabili per la storia del nostro Risorgimento nazionale, mentre Garibaldi proseguiva tra l’entusiasmo delle popolazioni siciliane e calabresi la conquista militare del Mezzogiorno, costituì il momento cruciale della crisi e dell’imminente crollo dello Stato borbonico, i cui vertici militari e politici guardavano con accondiscendenza insospettata al Piemonte e al suo re Vittorio Emanuele II. A Napoli, capitale morente del barcollante Regno delle Due Sicilie, rientravano gli esuli dopo un decennio di apocalittica emigrazione fuori dai confini del paese. Tra questi, il 6 agosto sbarca- va da un battello proveniente da Livorno, Francesco De Sanctis, reduce da una stagione iniziata con la terrificante, epica giornata del 15 maggio del 1848 e segnata dal carcere duro di Castel dell’Ovo, dall’amaro esilio torinese, dagli anni trascorsi al Politecnico di Zurigo. Aveva desiderato come non mai il ritorno in patria e più volte, anche nei sogni, si era visto combattere davanti al Palazzo reale di Napoli per la libertà. Sin dai primi giorni del suo arrivo in città fu attivissimo nel dibattito apertosi tra liberali fautori di casa Savoia, filogaribaldini e repubblicani mazziniani. Napoli viveva in uno stato d’immensa confusione e di attesa degli avvenimenti: Francesco II appariva solo come un’ombra dietro i pesanti tendaggi di Palazzo reale. Il conte di Cavour, dalla lontana Torino, dirigeva con fredda razionalità le difficilissime ope- razioni diplomatiche dei suoi emissari e di quanti, con disinvoltura tutta italica, continuavano a giocare su più tavoli. Il patriota e intellettuale De Sanctis, così come spiegava al suo corrispondente Chauffour-Kestner in una straordinaria lettera di quei giorni,” ricominciava a vivere” pur sfidando pericoli e nuove inquietudini.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Iermano_StDes 2020.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 1.07 MB
Formato Adobe PDF
1.07 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11580/79733
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
social impact