La produzione testimoniale relativa alla guerra delle Falkland-Malvine ha due assi portanti rappresentati da Los chicos de la guerra (1983) di Daniel Kon e Partes de guerra. Malvinas 1982 (1997) di Graciela Speranza e Fernando Cittadini. Le due opere sono portatrici di uno sguardo diverso sul conflitto e appaiono tributarie delle politiche e del sentire degli anni in cui sono state prodotte, dando pienamente atto degli oltre dieci anni trascorsi e delle posizioni ideologiche che si sono avvicendate sul conflitto. Il primo volume, come traspare dal titolo, intende farsi portavoce dei coscritti: sono i nomi stessi degli ex combattenti ad organizzare il volume, di cui riporta le dichiarazioni in forma aliena ad ogni costruzione gerarchica nella volontà di dar “sustento a la época soft de la solidaridad y la recuperación democrática” (Gamerro 2018: 101). La sua rapida e massiccia diffusione –raggiunge le undici edizioni entro il dicembre 1983– riafferma il primato della scrittura testimoniale (Kohan 2014). Partes de guerra, ancora una volta costruito in forma egualitaria a dispetto delle differenze di grado dei testimoni, ordina invece le narrazioni intorno ai luoghi di combattimento, due logiche che –congiunte– offrono una rappresentazione corale ed organica degli eventi e dei loro attori. Un interessante confronto è rappresentato da Campo minado (2016) di Lola Arias, sia per la distanza temporale che per l'origine dell'opera teatrale, frutto della collaborazione di excombattenti angloargentini. L’analisi di tali opere testimoniali intende incentrarsi sulla forma in cui in queste ha luogo la rappresentazione degli spazi, eminentemente naturali, ed in particolare sull’immagine del contesto e sugli immaginari a cui si richiama (Durand 2009) con speciale attenzione a quelli connessi agli elementi naturali (Bachelard 1988, 1992, 1994, 1994a). L’osservazione di rappresentazioni ed immaginari intende approdare ad una articolazione diacronica degli stessi per considerare come tali tratti dialoghino con le più evidenti e note differenze tra i due testi inizialmente sottolineate, o come ne siano condizionati.

Los espacios del conflicto malvinense. La imagen de los elementos naturales en algunos testimonios de ex combatientes

Ilaria Magnani
2020-01-01

Abstract

La produzione testimoniale relativa alla guerra delle Falkland-Malvine ha due assi portanti rappresentati da Los chicos de la guerra (1983) di Daniel Kon e Partes de guerra. Malvinas 1982 (1997) di Graciela Speranza e Fernando Cittadini. Le due opere sono portatrici di uno sguardo diverso sul conflitto e appaiono tributarie delle politiche e del sentire degli anni in cui sono state prodotte, dando pienamente atto degli oltre dieci anni trascorsi e delle posizioni ideologiche che si sono avvicendate sul conflitto. Il primo volume, come traspare dal titolo, intende farsi portavoce dei coscritti: sono i nomi stessi degli ex combattenti ad organizzare il volume, di cui riporta le dichiarazioni in forma aliena ad ogni costruzione gerarchica nella volontà di dar “sustento a la época soft de la solidaridad y la recuperación democrática” (Gamerro 2018: 101). La sua rapida e massiccia diffusione –raggiunge le undici edizioni entro il dicembre 1983– riafferma il primato della scrittura testimoniale (Kohan 2014). Partes de guerra, ancora una volta costruito in forma egualitaria a dispetto delle differenze di grado dei testimoni, ordina invece le narrazioni intorno ai luoghi di combattimento, due logiche che –congiunte– offrono una rappresentazione corale ed organica degli eventi e dei loro attori. Un interessante confronto è rappresentato da Campo minado (2016) di Lola Arias, sia per la distanza temporale che per l'origine dell'opera teatrale, frutto della collaborazione di excombattenti angloargentini. L’analisi di tali opere testimoniali intende incentrarsi sulla forma in cui in queste ha luogo la rappresentazione degli spazi, eminentemente naturali, ed in particolare sull’immagine del contesto e sugli immaginari a cui si richiama (Durand 2009) con speciale attenzione a quelli connessi agli elementi naturali (Bachelard 1988, 1992, 1994, 1994a). L’osservazione di rappresentazioni ed immaginari intende approdare ad una articolazione diacronica degli stessi per considerare come tali tratti dialoghino con le più evidenti e note differenze tra i due testi inizialmente sottolineate, o come ne siano condizionati.
2020
978-88-97376-87-3
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