Durante quelli che sono stati definiti come gli “Anni di Piombo”, la televisione italiana ha mostrato un interesse per il messaggio politicamente pregnante dei romanzi conradiani. Dopo aver tradotto per lo schermo The Secret Agent nel 1978, la RAI l’anno successivo propone una versione televisiva di Under Western Eyes per la regia di Vittorio Cottafavi. Nonostante la sostanziale aderenza all’ipotesto di partenza, Con gli occhi dell’occidente (1979) propone una rilettura di Conrad alla luce delle vicende coeve e dei loro sviluppi, riflettendo nello specifico su quello che avrebbe rappresentato il futuro (e al tempo stesso avrebbe decretato l’implosione) del fenomeno terroristico: la presenza dei collaboratori e del pentitismo. Victor Haldin, il rivoluzionario “puro”, e Kyrilo Sidorovitch Razumov, il “traditore” angosciato da mille dubbi e ripensamenti, costituiscono i due poli all’interno dei quali si snoda una vicenda che si interroga sulla coerenza e sulla corruzione degli ideali di libertà. L’interpretazione distorta di quei medesimi ideali avrebbe trasformato ad esempio persone comuni quali Guido Rossa (un semplice operaio e sindacalista) o Roberto Peci (fratello del “pentito” Patrizio Peci) in vittime sacrificali di una visione del mondo difficile, se non incomprensibile, da giudicare “under Western eyes”. In questo senso, lo sceneggiato Con gli occhi dell’occidente riesce a cogliere la temperie di quel momento così travagliato della storia d’Italia, e al tempo stesso ad anticipare la fine del fenomeno terroristico, dimostrando come Conrad possa essere riletto e “adattato” in forme sempre nuove che evidenziano la costante attualità dei suoi testi.

“Il terrorismo tra delitto e castigo: Con gli occhi dell’Occidente sugli schermi italiani”

Saverio Tomaiuolo
2019-01-01

Abstract

Durante quelli che sono stati definiti come gli “Anni di Piombo”, la televisione italiana ha mostrato un interesse per il messaggio politicamente pregnante dei romanzi conradiani. Dopo aver tradotto per lo schermo The Secret Agent nel 1978, la RAI l’anno successivo propone una versione televisiva di Under Western Eyes per la regia di Vittorio Cottafavi. Nonostante la sostanziale aderenza all’ipotesto di partenza, Con gli occhi dell’occidente (1979) propone una rilettura di Conrad alla luce delle vicende coeve e dei loro sviluppi, riflettendo nello specifico su quello che avrebbe rappresentato il futuro (e al tempo stesso avrebbe decretato l’implosione) del fenomeno terroristico: la presenza dei collaboratori e del pentitismo. Victor Haldin, il rivoluzionario “puro”, e Kyrilo Sidorovitch Razumov, il “traditore” angosciato da mille dubbi e ripensamenti, costituiscono i due poli all’interno dei quali si snoda una vicenda che si interroga sulla coerenza e sulla corruzione degli ideali di libertà. L’interpretazione distorta di quei medesimi ideali avrebbe trasformato ad esempio persone comuni quali Guido Rossa (un semplice operaio e sindacalista) o Roberto Peci (fratello del “pentito” Patrizio Peci) in vittime sacrificali di una visione del mondo difficile, se non incomprensibile, da giudicare “under Western eyes”. In questo senso, lo sceneggiato Con gli occhi dell’occidente riesce a cogliere la temperie di quel momento così travagliato della storia d’Italia, e al tempo stesso ad anticipare la fine del fenomeno terroristico, dimostrando come Conrad possa essere riletto e “adattato” in forme sempre nuove che evidenziano la costante attualità dei suoi testi.
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Descrizione: Under Western Eyes e il terroriamo italiano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11580/75307
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