L’impiego del dialogo nei romanzi di Chrétien rappresenta certamente un argomento di grande interesse, rispetto al quale vari studi hanno già esplorato aspetti di rilievo, dalle implicazioni ricezionali ai meccanismi di intertestualità, dalle modalità argomentative alla distinzione tra una sfera pubblica e una privata, che determina l’elaborazione dei parametri romanzeschi del dialogo amoroso. Questo contributo mira ad evidenziare un altro aspetto rilevante della questione, relativo all’impiego del dialogo con funzione di glossa o chiarimento e ai margini entro i quali i personaggi sono incaricati dall’autore di illustrare il significato di situazioni enigmatiche nel Chevalier de la Charrette. I passi presentati suggeriscono che Chrétien non ricorra al dialogo al fine di chiarire a chi legge o ascolta aspetti della storia che sono invece noti ai personaggi, mentre il compito di inquadrare le sue azioni all’interno del sistema vigente è piuttosto affidato alla voce del narratore, almeno in quei casi in cui il protagonista si debba intendere come preventivamente informato dei fatti. Appare comunque piuttosto evidente che il modello descrittivo di Chrétien prevede un’articolazione della narrazione su più livelli espositivi, corrispondenti alle diverse angolazioni dei personaggi. Tra i meccanismi che presiedono a questa articolazione figura certamente il ricorso alla dialogia, tipicamente regolato da accorgimenti non meno sofisticati e “realistici” di quelli che caratterizzano il cosiddetto romanzo moderno.

Dialogo e glossa autoriale nel Chevalier de la Charrette

FUKSAS, Anatole Pierre
2016-01-01

Abstract

L’impiego del dialogo nei romanzi di Chrétien rappresenta certamente un argomento di grande interesse, rispetto al quale vari studi hanno già esplorato aspetti di rilievo, dalle implicazioni ricezionali ai meccanismi di intertestualità, dalle modalità argomentative alla distinzione tra una sfera pubblica e una privata, che determina l’elaborazione dei parametri romanzeschi del dialogo amoroso. Questo contributo mira ad evidenziare un altro aspetto rilevante della questione, relativo all’impiego del dialogo con funzione di glossa o chiarimento e ai margini entro i quali i personaggi sono incaricati dall’autore di illustrare il significato di situazioni enigmatiche nel Chevalier de la Charrette. I passi presentati suggeriscono che Chrétien non ricorra al dialogo al fine di chiarire a chi legge o ascolta aspetti della storia che sono invece noti ai personaggi, mentre il compito di inquadrare le sue azioni all’interno del sistema vigente è piuttosto affidato alla voce del narratore, almeno in quei casi in cui il protagonista si debba intendere come preventivamente informato dei fatti. Appare comunque piuttosto evidente che il modello descrittivo di Chrétien prevede un’articolazione della narrazione su più livelli espositivi, corrispondenti alle diverse angolazioni dei personaggi. Tra i meccanismi che presiedono a questa articolazione figura certamente il ricorso alla dialogia, tipicamente regolato da accorgimenti non meno sofisticati e “realistici” di quelli che caratterizzano il cosiddetto romanzo moderno.
2016
978-88-96419-85-4
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