I progressivi sviluppi dell’industria siderurgica e di quella del vetro, nonché la maggiore conoscenza delle caratteristiche tecnologiche del metallo, e quindi delle sue potenzialità costruttive, spingono i progettisti a cimentarsi nell’uso dei nuovi materiali per la realizzazione di grandi opere. Le supe¬riori capacità prestazionali delle strutture metalliche, che le contraddistinguono rispetto ai materiali tradizionali quali pietra e legno, e le nuove possibilità di impiego consentono di procedere alla rea¬lizzazione dei manufatti stessi mediante l’utilizzo di elementi standardizzati, assemblabili in cantiere. Coperture di grande luce, in particolare riferite alle gallerie cittadine, vengono costruite Italia a partire dagli anni Sessanta del XIX secolo. Queste opere, realizzate sulla scia delle precedenti e coeve esperienze europee, assumono in poco tempo il ruolo di spazio emblematico della città e della società ottocentesca. Anche per le coperture delle stazioni ferroviarie, manufatti architettonici fortemente caratterizzati dalla necessità di coprire ampi spazi con un numero limitato di appoggi, i progettisti sono spinti a prediligere il materiale metallico sia per ragioni di carattere costruttivo e figurativo, che per motivi più propriamente legati agli aspetti economici. Opere di notevole interesse, riferite a questi due tipi, sono presenti nei grandi capoluoghi di provincia come Milano, Napoli, Genova etc. L’analisi di questi esempi significativi non pretende di spiegare tutta la complessità del fenomeno, ma di evidenziare i tratti più appariscenti e paradigmatici allo scopo di mettere in luce le caratteristiche e le molteplici valenze dell’architettura del ferro e vetro, applicata alle grandi coperture, negli anni di maggior sviluppo in Italia.
Le coperture metalliche: gallerie cittadine e stazioni ferroviarie negli ultimi decenni del XIX secolo in Italia
ZORDAN, Marcello
2006-01-01
Abstract
I progressivi sviluppi dell’industria siderurgica e di quella del vetro, nonché la maggiore conoscenza delle caratteristiche tecnologiche del metallo, e quindi delle sue potenzialità costruttive, spingono i progettisti a cimentarsi nell’uso dei nuovi materiali per la realizzazione di grandi opere. Le supe¬riori capacità prestazionali delle strutture metalliche, che le contraddistinguono rispetto ai materiali tradizionali quali pietra e legno, e le nuove possibilità di impiego consentono di procedere alla rea¬lizzazione dei manufatti stessi mediante l’utilizzo di elementi standardizzati, assemblabili in cantiere. Coperture di grande luce, in particolare riferite alle gallerie cittadine, vengono costruite Italia a partire dagli anni Sessanta del XIX secolo. Queste opere, realizzate sulla scia delle precedenti e coeve esperienze europee, assumono in poco tempo il ruolo di spazio emblematico della città e della società ottocentesca. Anche per le coperture delle stazioni ferroviarie, manufatti architettonici fortemente caratterizzati dalla necessità di coprire ampi spazi con un numero limitato di appoggi, i progettisti sono spinti a prediligere il materiale metallico sia per ragioni di carattere costruttivo e figurativo, che per motivi più propriamente legati agli aspetti economici. Opere di notevole interesse, riferite a questi due tipi, sono presenti nei grandi capoluoghi di provincia come Milano, Napoli, Genova etc. L’analisi di questi esempi significativi non pretende di spiegare tutta la complessità del fenomeno, ma di evidenziare i tratti più appariscenti e paradigmatici allo scopo di mettere in luce le caratteristiche e le molteplici valenze dell’architettura del ferro e vetro, applicata alle grandi coperture, negli anni di maggior sviluppo in Italia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.