L’articolo ricostruisce e analizza, grazie anche all’osservazione partecipante, le caratteristiche e le dinamiche dello sviluppo del «distretto turistico reggae salentino», la località dove si ritrovano, da oltre vent’anni nel periodo estivo, gli appassionati di musica reggae in Italia. Piuttosto che mero supporto per la trasposizione di modelli culturali presi in prestito, in particolare dalla Giamaica, quest’area particolare del Salento si qualifica come un nodo cruciale per la produzione di cultura reggae a livello mondiale, favorendo interessanti ibridazioni con le tradizioni culturali locali che ruotano intorno alla festa della Taranta e che, a ben vedere, non sono necessariamente più spontanee o autentiche. Lo sviluppo del distretto evidenzia il carattere transnazionale delle odierne forme culturali, la loro capacità di viaggiare attraverso il tempo e lo spazio e, contemporaneamente, l’esigenza di luoghi specifici e delimitati dove sia possibile sentirsi parte di comunità alternative e mettere in pratica performance liberatorie non convenzionali, devianti e anche illegali.

Culture in movimento: il distretto turistico reggae salentino

MUTI, Giuseppe
2009-01-01

Abstract

L’articolo ricostruisce e analizza, grazie anche all’osservazione partecipante, le caratteristiche e le dinamiche dello sviluppo del «distretto turistico reggae salentino», la località dove si ritrovano, da oltre vent’anni nel periodo estivo, gli appassionati di musica reggae in Italia. Piuttosto che mero supporto per la trasposizione di modelli culturali presi in prestito, in particolare dalla Giamaica, quest’area particolare del Salento si qualifica come un nodo cruciale per la produzione di cultura reggae a livello mondiale, favorendo interessanti ibridazioni con le tradizioni culturali locali che ruotano intorno alla festa della Taranta e che, a ben vedere, non sono necessariamente più spontanee o autentiche. Lo sviluppo del distretto evidenzia il carattere transnazionale delle odierne forme culturali, la loro capacità di viaggiare attraverso il tempo e lo spazio e, contemporaneamente, l’esigenza di luoghi specifici e delimitati dove sia possibile sentirsi parte di comunità alternative e mettere in pratica performance liberatorie non convenzionali, devianti e anche illegali.
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