Nel XVIII secolo, “il secolo asiatico”, l’impero coloniale britannico è il protagonista indiscusso nei traffici con l’Oriente, grazie alla politica mercantilistica della compagnia privata di mercanti/azionisti, la East India Company. Scegliendo il tè come prodotto-icona dell’espansione coloniale del XVIII secolo e di un processo economico in cui al commercio è riconosciuto il primato nella gerarchia dei fattori che hanno favorito - più ancora del parlamentarismo e dell’apparato amministrativo - l’ingresso della Gran Bretagna nell’età moderna, il saggio ricostruisce l’interrelazione fra sapere, informazione e consumi. Nei caffé convertiti in sale da tè, nelle società di lettura, nei clubs e nei salotti femminili, si afferma il processo di civilizzazione, sia sul piano sociale sia nel privato, di una classe imprenditoriale trasversale (‘middiling sort’): la richiesta di beni di consumo voluttuari e di lusso si accompagna alla richiesta di nuovi bisogni culturali e più raffinate pratiche di vita. La letteratura testimonia ampiamente questa transizione. Facendo coincidere profitto e libertà di pensiero, le merci diventano veicolo di circolazione delle idee e delle istanze libertarie illuministiche, con i relativi effetti sui ‘popoli senza storia’ della periferia dell’Impero (The Boston Tea Party, 1773, in cui il tè inglese diviene pretesto del primo atto d’insubordinazione delle colonie americane).

"Il tè: "a gentler drink". Percorsi di un rituale nell'Inghilterra moderna"

PIRE', Luciana
2009-01-01

Abstract

Nel XVIII secolo, “il secolo asiatico”, l’impero coloniale britannico è il protagonista indiscusso nei traffici con l’Oriente, grazie alla politica mercantilistica della compagnia privata di mercanti/azionisti, la East India Company. Scegliendo il tè come prodotto-icona dell’espansione coloniale del XVIII secolo e di un processo economico in cui al commercio è riconosciuto il primato nella gerarchia dei fattori che hanno favorito - più ancora del parlamentarismo e dell’apparato amministrativo - l’ingresso della Gran Bretagna nell’età moderna, il saggio ricostruisce l’interrelazione fra sapere, informazione e consumi. Nei caffé convertiti in sale da tè, nelle società di lettura, nei clubs e nei salotti femminili, si afferma il processo di civilizzazione, sia sul piano sociale sia nel privato, di una classe imprenditoriale trasversale (‘middiling sort’): la richiesta di beni di consumo voluttuari e di lusso si accompagna alla richiesta di nuovi bisogni culturali e più raffinate pratiche di vita. La letteratura testimonia ampiamente questa transizione. Facendo coincidere profitto e libertà di pensiero, le merci diventano veicolo di circolazione delle idee e delle istanze libertarie illuministiche, con i relativi effetti sui ‘popoli senza storia’ della periferia dell’Impero (The Boston Tea Party, 1773, in cui il tè inglese diviene pretesto del primo atto d’insubordinazione delle colonie americane).
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