Francesco De Sanctis fu coinvolto nei fatti rivoluzionari della primavera del 1848. Con i giovani della sua leggendaria scuola di vico Bisi si ritrovò sulle barricate erette nelle strade di Napoli per difendere la costituzione contro il colpo di stato di Ferdinando II. Seguirono tempi difficili e il professore per evitare di essere arrestato riparò in Calabria Citra, un paesaggio che nell'epistolario De Sanctis paragona alla Siberia. L'articolo ricostruisce tutte le fasi di questo soggiorno, dall'arrivo nel novembre 1849 all'arresto avvenuto nel dicembre 1850., Fondamentale per capire la svolta ideologica e le influenze degli studi leopardiani sulle scelte esistenziali del professore, il periodo calabrese diventa occasione per riflettere sulla sconfitta della rivoluzione. Convinto di poter costruire un avvenire tra le rovine con il vitalismo assunto dalla lettura di Leopardi, De Sanctis, pur nella solitudine rupestre di una terra di briganti byroniani, riesce a rintracciare nella sua coscienza i motivi fondativi di quella maturità concettuale, metodologica e politica che lo porterà ad essere tra i grandi protagonisti dell'Italia nuova. Attenzione critica viene rivolta anche alle lezioni del 1873 durante le quali il critico ripercorrerà con originalità la storia del romanticismo calabrese e dei suoi protagonisti.
«La sventura non è giunta a domarmi». De Sanctis nell'esilio calabrese tra Leopardi e la sconfitta della rivoluzione
IERMANO, Antonio
2013-01-01
Abstract
Francesco De Sanctis fu coinvolto nei fatti rivoluzionari della primavera del 1848. Con i giovani della sua leggendaria scuola di vico Bisi si ritrovò sulle barricate erette nelle strade di Napoli per difendere la costituzione contro il colpo di stato di Ferdinando II. Seguirono tempi difficili e il professore per evitare di essere arrestato riparò in Calabria Citra, un paesaggio che nell'epistolario De Sanctis paragona alla Siberia. L'articolo ricostruisce tutte le fasi di questo soggiorno, dall'arrivo nel novembre 1849 all'arresto avvenuto nel dicembre 1850., Fondamentale per capire la svolta ideologica e le influenze degli studi leopardiani sulle scelte esistenziali del professore, il periodo calabrese diventa occasione per riflettere sulla sconfitta della rivoluzione. Convinto di poter costruire un avvenire tra le rovine con il vitalismo assunto dalla lettura di Leopardi, De Sanctis, pur nella solitudine rupestre di una terra di briganti byroniani, riesce a rintracciare nella sua coscienza i motivi fondativi di quella maturità concettuale, metodologica e politica che lo porterà ad essere tra i grandi protagonisti dell'Italia nuova. Attenzione critica viene rivolta anche alle lezioni del 1873 durante le quali il critico ripercorrerà con originalità la storia del romanticismo calabrese e dei suoi protagonisti.File | Dimensione | Formato | |
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