La mobilità studentesca: un turismo speciale

In questi ultimi anni numerose ricerche si sono interrogate sulle finalità esplicite del progetto Erasmus, sui risultati realmente raggiunti dagli studenti nel corso del soggiorno e sui rischi di riduzione di questa esperienza di mobilità nello spazio europeo ad un semplice stage linguistico. Se da una parte il soggiorno all’estero può rivelarsi un potente mezzo di decentramento culturale, dall’altra considerarlo come un processo “naturale”, che si attiva automaticamente con la frequentazione dell’altro, significherebbe negare le implicazioni emotive ed affettive legate al senso di spaesamento e di isolamento vissuto dallo studente-viaggiatore nel paese straniero e al suo ritorno a casa. Sulla base di recenti lavori (Anquetil 2006, Dervin 2007) le autrici hanno condotto un’indagine presso un pubblico studentesco europeo che ha partecipato al progetto, al fine di comprendere quali sono stati le esperienze interculturali e i bisogni sociali dei partecipanti e di suggerire dispositivi di accompagnamento alla mobilità nei diversi contesti culturali.