Studi medici hanno indicato un aumento di malattie certificate e di rischio di morte presso i lavoratori che rimangono in azienda dopo una manovra di ridimensionamento del personale. Gli effetti negativi sono fortemente correlati alla percezione di rottura e violazione del contratto psicologico nei confronti del gruppo dei lavoratori nel suo insieme. La sensazione di perdita di controllo della situazione e l’incertezza sul proprio futuro lavorativo aumenta le reazioni di stress nei soggetti. Una delle conseguenze della riduzione del personale è la percezione di aumento del carico lavorativo. Il riassestamento della struttura può richiedere ai dipendenti di occuparsi di mansioni che non hanno mai svolto e per le quali non sono attrezzati sia tecnicamente che per il background conoscitivo. Si produrranno dunque degli squilibri nella forza lavoro, soprattutto se non vi è un piano chiaramente predisposto per guidare i dipendenti nel corso della transizione al nuovo assetto. L’attribuzione delle nuove responsabilità inerenti a mansioni precedentemente svolte dai colleghi licenziati produrrà fenomeni di burnout, frustrazione, declino del coinvolgimento organizzativo e dell’impegno profuso per l’azienda. Il nuovo contratto psicologico si fonda sull’assunto che i dipendenti non saranno automaticamente fedeli alla loro azienda, ma in quanto professionisti saranno orientati ad un nuovo tipo di lealtà, piuttosto focalizzata non all’azienda ma alle proprie competenze. Ciò significa che i soggetti saranno attenti soprattutto allo sviluppo personale e delle loro competenze che li rende più mobili e trasferibili da un’impresa all’altra.

Insicurezza Lavorativa e Autoregolazione

DIOTAIUTI, Pierluigi
2011-01-01

Abstract

Studi medici hanno indicato un aumento di malattie certificate e di rischio di morte presso i lavoratori che rimangono in azienda dopo una manovra di ridimensionamento del personale. Gli effetti negativi sono fortemente correlati alla percezione di rottura e violazione del contratto psicologico nei confronti del gruppo dei lavoratori nel suo insieme. La sensazione di perdita di controllo della situazione e l’incertezza sul proprio futuro lavorativo aumenta le reazioni di stress nei soggetti. Una delle conseguenze della riduzione del personale è la percezione di aumento del carico lavorativo. Il riassestamento della struttura può richiedere ai dipendenti di occuparsi di mansioni che non hanno mai svolto e per le quali non sono attrezzati sia tecnicamente che per il background conoscitivo. Si produrranno dunque degli squilibri nella forza lavoro, soprattutto se non vi è un piano chiaramente predisposto per guidare i dipendenti nel corso della transizione al nuovo assetto. L’attribuzione delle nuove responsabilità inerenti a mansioni precedentemente svolte dai colleghi licenziati produrrà fenomeni di burnout, frustrazione, declino del coinvolgimento organizzativo e dell’impegno profuso per l’azienda. Il nuovo contratto psicologico si fonda sull’assunto che i dipendenti non saranno automaticamente fedeli alla loro azienda, ma in quanto professionisti saranno orientati ad un nuovo tipo di lealtà, piuttosto focalizzata non all’azienda ma alle proprie competenze. Ciò significa che i soggetti saranno attenti soprattutto allo sviluppo personale e delle loro competenze che li rende più mobili e trasferibili da un’impresa all’altra.
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