Il capitolo affronta le principali modificazioni avvenute nel sistema interpuntivo dall’inizio dell’Ottocento fino ai primi anni Duemila. Nell’allestire un panorama che potesse sintetizzare le vicende di un periodo così ampio, si è tenuto conto di alcune linee-guida. Innanzi si è adottato un criterio che si potrebbe definire contrastivo, riservando particolare attenzione alla sopravvivenza (prima) e all’insorgere (poi) di alcuni usi marcati rispetto alla norma interpuntoria che si è affermata nella prima metà del Novecento ed è tuttora in vigore. Poi, dopo aver dedicato un primo paragrafo alle tappe di avvicinamento verso questo impianto normativo, si è scelto di procedere secondo un indice scandito dai principali segni e dal progressivo evolversi di alcuni loro usi. All’interno di ciascun paragrafo, la diacronia dei vari fenomeni è stata resa in base a sfumati addensamenti, com’è inevitabile quando ci si occupi di processi che configurano un continuum: difficile (se non impossibile) stabilire termini ante quem o post quem; possibile, tuttavia, individuare le fasi in cui alcuni tratti risultano più frequenti, usuali o – appunto – normali. Per ricostruire le tendenze dell’uso (non sempre coincidenti con le regole indicate dalle grammatiche) ci si è rivolti a testi di diverso tipo, attingendo all’uso giornalistico, all’uso della prosa letteraria e a quello epistolare. Lo spazio più ampio è stato lasciato proprio a quest’ultimo (comprese le sue recenti evoluzioni tecnologiche: e-mail, chat, SMS), in quanto testimone diretto – anche in senso filologico – di abitudini più diffuse e radicate. La lettera cólta, quindi, come cartina di tornasole della presa e della tenuta di un modello interpuntorio che a lungo ha stentato a trovare una sua coerente compattezza e ancora oggi si situa, come scrive Bice Garavelli Mortara, «in una zona della lingua con debole statuto normativo».
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Titolo: | Dall’Ottocento a oggi |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2008 |
Abstract: | Il capitolo affronta le principali modificazioni avvenute nel sistema interpuntivo dall’inizio dell’Ottocento fino ai primi anni Duemila. Nell’allestire un panorama che potesse sintetizzare le vicende di un periodo così ampio, si è tenuto conto di alcune linee-guida. Innanzi si è adottato un criterio che si potrebbe definire contrastivo, riservando particolare attenzione alla sopravvivenza (prima) e all’insorgere (poi) di alcuni usi marcati rispetto alla norma interpuntoria che si è affermata nella prima metà del Novecento ed è tuttora in vigore. Poi, dopo aver dedicato un primo paragrafo alle tappe di avvicinamento verso questo impianto normativo, si è scelto di procedere secondo un indice scandito dai principali segni e dal progressivo evolversi di alcuni loro usi. All’interno di ciascun paragrafo, la diacronia dei vari fenomeni è stata resa in base a sfumati addensamenti, com’è inevitabile quando ci si occupi di processi che configurano un continuum: difficile (se non impossibile) stabilire termini ante quem o post quem; possibile, tuttavia, individuare le fasi in cui alcuni tratti risultano più frequenti, usuali o – appunto – normali. Per ricostruire le tendenze dell’uso (non sempre coincidenti con le regole indicate dalle grammatiche) ci si è rivolti a testi di diverso tipo, attingendo all’uso giornalistico, all’uso della prosa letteraria e a quello epistolare. Lo spazio più ampio è stato lasciato proprio a quest’ultimo (comprese le sue recenti evoluzioni tecnologiche: e-mail, chat, SMS), in quanto testimone diretto – anche in senso filologico – di abitudini più diffuse e radicate. La lettera cólta, quindi, come cartina di tornasole della presa e della tenuta di un modello interpuntorio che a lungo ha stentato a trovare una sua coerente compattezza e ancora oggi si situa, come scrive Bice Garavelli Mortara, «in una zona della lingua con debole statuto normativo». |
Handle: | http://hdl.handle.net/11580/19779 |
ISBN: | 9788842086888 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |