Lo scritto, collocato in un’opera collettanea sulla giustizia penale differenziata, esamina -sia da un punto di vista statico, che dinamico e sistematico- i “tratti” caratteristici della giurisdizione penale militare. In particolare, la “visuale” di riferimento di esso è “trasversale”, considerato che, a prescindere dal dato strettamente esegetico, affronta i “temi” corrispondenti, sia con l’individuazione dello scopo dell’accertamento nel processo penale militare, che con l’esame analitico dei criteri di relazione esistenti tra la giurisdizione penale militare ed i diritti fondamentali -alla stregua delle indicazioni promananti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali relative ai diritti della persona ed al processo penale; inoltre, individua i “criteri di relazione” esistenti tra procedura penale comune e militare, esaminando il modello normativamente “ricostruibile” per la soluzione delle possibili antinomie. Lo scritto, poi -dopo aver affrontato il “tema imposto”, corrispondente con i presupposti oggettivi e soggettivi della giurisdizione penale militare- esamina i residui profili di specialità del processo penale militare in tempo di pace (id est, la richiesta di procedimento del Comandante di corpo, le “idee guida” in materia di competenza per territorio, le specificità in tema di polizia giudiziaria militare e le c.d. disposizioni autonome del codice penale militare di pace) e le questioni interpretative tradizionalmente controverse che tale modulo procedimentale pone, che paiono ormai risolte (id est, le regole in tema di connessione tra procedimenti per reati comuni e reati militari, la legittimazione a costituirsi parte civile, nel processo penale militare, ad opera del danneggiato dal reato militare commesso dall’appartenente alle Forze armate, l’individuazione delle “regole minime” in materia di misure cautelari personali e la praticabilità del procedimento semplificato per decreto ex art. 459 ss. c.p.p.); inoltre, esso individua le “regole minime” proprie della giurisdizione penale militare in tempo di guerra ed affronta, secondo un’ottica riformista, le “ricadute” possibili, sulle regole proprie del processo penale militare, derivanti dall’esplicito riconoscimento, nell’ambito della Carta costituzionale, delle regole del giusto processo.

Processo penale militare

RANALDI, Gianrico
2010-01-01

Abstract

Lo scritto, collocato in un’opera collettanea sulla giustizia penale differenziata, esamina -sia da un punto di vista statico, che dinamico e sistematico- i “tratti” caratteristici della giurisdizione penale militare. In particolare, la “visuale” di riferimento di esso è “trasversale”, considerato che, a prescindere dal dato strettamente esegetico, affronta i “temi” corrispondenti, sia con l’individuazione dello scopo dell’accertamento nel processo penale militare, che con l’esame analitico dei criteri di relazione esistenti tra la giurisdizione penale militare ed i diritti fondamentali -alla stregua delle indicazioni promananti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali relative ai diritti della persona ed al processo penale; inoltre, individua i “criteri di relazione” esistenti tra procedura penale comune e militare, esaminando il modello normativamente “ricostruibile” per la soluzione delle possibili antinomie. Lo scritto, poi -dopo aver affrontato il “tema imposto”, corrispondente con i presupposti oggettivi e soggettivi della giurisdizione penale militare- esamina i residui profili di specialità del processo penale militare in tempo di pace (id est, la richiesta di procedimento del Comandante di corpo, le “idee guida” in materia di competenza per territorio, le specificità in tema di polizia giudiziaria militare e le c.d. disposizioni autonome del codice penale militare di pace) e le questioni interpretative tradizionalmente controverse che tale modulo procedimentale pone, che paiono ormai risolte (id est, le regole in tema di connessione tra procedimenti per reati comuni e reati militari, la legittimazione a costituirsi parte civile, nel processo penale militare, ad opera del danneggiato dal reato militare commesso dall’appartenente alle Forze armate, l’individuazione delle “regole minime” in materia di misure cautelari personali e la praticabilità del procedimento semplificato per decreto ex art. 459 ss. c.p.p.); inoltre, esso individua le “regole minime” proprie della giurisdizione penale militare in tempo di guerra ed affronta, secondo un’ottica riformista, le “ricadute” possibili, sulle regole proprie del processo penale militare, derivanti dall’esplicito riconoscimento, nell’ambito della Carta costituzionale, delle regole del giusto processo.
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