Il contributo – inserito in un celebre commentario appartenente ad una collana che ha per scopo la rassegna informativa sintetica ma esauriente sui temi trattati – si concentra sull’analisi, anche critica, delle decisioni in materia antitrust nel mercato della intermediazione dei pagamenti pecuniari (va ricordato che il ricorso alla intermediazione da anni è divenuto necessario per legge al di sopra di soglie di valore prestabilite dalla normativa antiriciclaggio). È noto che in Italia nel tempo a tale funzione si siano avvicendate la Banca d’Italia (dal 1990 al 2005) e la AGCM (dal 2005 in avanti), seguendo i mutamenti del diritto antitrust in materia bancaria. Viene dapprima analizzata la struttura del mercato rilevante e delle imprese ivi operanti, distinguendosi tra intermediari di primo e di secondo livello (i primi sono quelli a diretto contatto con la clientela – professionale e non – cui prestano i noti servizi di pagamento [assegni bancari; bonifici; Pagobancomat; carte di credito; etc.]; i secondi quelli che si interpongono solo tra gli operatori di primo livello con il fine di agevolare la definizione dei rapporti per compensazione); distinzione replicabile anche nei termini di un mercato al dettaglio e di un mercato all’ingrosso. Si passa ad esaminare il mercato al dettaglio, che presenta alcune particolarità - secondo quella che oramai è “giurisprudenza” (concesso che così possa chiamarsi) attestata in materia antitrust, espressa a livello nazionale dalle Autorità indipendenti sopra ricordate -, particolarità le quali rendono più delicata l’applicazione dei principi generali in materia di concorrenza e frequente il ricorso alla c.d. autorizzazione (temporalmente circoscritta) in deroga al divieto di intese restrittive della concorrenza ex art. 4 legge n. 287/90, e segnatamente: 1) multilateralità del mercato rilevante; 2) accentuata standardizzazione dei servizi dalle imprese operanti nel mercato rilevante; 3) struttura “a rete” del mercato rilevante, con conseguenti esternalità positive prodotte a beneficio degli utenti; 4) mercato rilevante a struttura “double sided”. Segue classificazione per problemi affrontati ed analisi delle decisioni delle Autorità di controllo, anche tenuto conto del diritto comunitario in materia (principalmente, ma non soltanto, la Direttiva “PSD” n. 2007/64/CE nonché del regolamento n. 2003/1/CE in tema di decentramento delle procedure di controllo antitrust). Infine, si riflette intorno alle ricadute delle decisioni esaminate nel contenzioso civile ordinario in considerazione della giurisprudenza di Cassazione (S.U. n. 2207/2005) e di merito in materia di contratti “a valle” di comportamenti anticoncorrenziali – applicabilità di misure demolitorie (di atti) e risarcitorie e più rigorosa delimitazione delle competenze e dei poteri delle Autorità amministrative indipendenti.

Lo statuto concorrenziale delle imprese di intermediazione nei sistemi di pagamento

SALAMONE, Luigi
2014-01-01

Abstract

Il contributo – inserito in un celebre commentario appartenente ad una collana che ha per scopo la rassegna informativa sintetica ma esauriente sui temi trattati – si concentra sull’analisi, anche critica, delle decisioni in materia antitrust nel mercato della intermediazione dei pagamenti pecuniari (va ricordato che il ricorso alla intermediazione da anni è divenuto necessario per legge al di sopra di soglie di valore prestabilite dalla normativa antiriciclaggio). È noto che in Italia nel tempo a tale funzione si siano avvicendate la Banca d’Italia (dal 1990 al 2005) e la AGCM (dal 2005 in avanti), seguendo i mutamenti del diritto antitrust in materia bancaria. Viene dapprima analizzata la struttura del mercato rilevante e delle imprese ivi operanti, distinguendosi tra intermediari di primo e di secondo livello (i primi sono quelli a diretto contatto con la clientela – professionale e non – cui prestano i noti servizi di pagamento [assegni bancari; bonifici; Pagobancomat; carte di credito; etc.]; i secondi quelli che si interpongono solo tra gli operatori di primo livello con il fine di agevolare la definizione dei rapporti per compensazione); distinzione replicabile anche nei termini di un mercato al dettaglio e di un mercato all’ingrosso. Si passa ad esaminare il mercato al dettaglio, che presenta alcune particolarità - secondo quella che oramai è “giurisprudenza” (concesso che così possa chiamarsi) attestata in materia antitrust, espressa a livello nazionale dalle Autorità indipendenti sopra ricordate -, particolarità le quali rendono più delicata l’applicazione dei principi generali in materia di concorrenza e frequente il ricorso alla c.d. autorizzazione (temporalmente circoscritta) in deroga al divieto di intese restrittive della concorrenza ex art. 4 legge n. 287/90, e segnatamente: 1) multilateralità del mercato rilevante; 2) accentuata standardizzazione dei servizi dalle imprese operanti nel mercato rilevante; 3) struttura “a rete” del mercato rilevante, con conseguenti esternalità positive prodotte a beneficio degli utenti; 4) mercato rilevante a struttura “double sided”. Segue classificazione per problemi affrontati ed analisi delle decisioni delle Autorità di controllo, anche tenuto conto del diritto comunitario in materia (principalmente, ma non soltanto, la Direttiva “PSD” n. 2007/64/CE nonché del regolamento n. 2003/1/CE in tema di decentramento delle procedure di controllo antitrust). Infine, si riflette intorno alle ricadute delle decisioni esaminate nel contenzioso civile ordinario in considerazione della giurisprudenza di Cassazione (S.U. n. 2207/2005) e di merito in materia di contratti “a valle” di comportamenti anticoncorrenziali – applicabilità di misure demolitorie (di atti) e risarcitorie e più rigorosa delimitazione delle competenze e dei poteri delle Autorità amministrative indipendenti.
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