Il contributo è diviso in tre sezioni. Nella prima si correggono - entrando nel dettaglio - le datazioni delle prime attestazioni del termine demonstrabilis così come erano state fornite nei lessici Thesaurus linguae latinae, Dictionnaire des auteurs chrétien di A. Blaise e nel Lexicon del Forcellini. La corretta datazione del termine è riportata rispettivamente al VI secolo (Severino Boezio, De topicis differentiis), al IX secolo (versione greco latina dello Pseudo Dionigi ad opera di Ilduino) e al XII secolo (versione greco latina degli Analitica posteriora di Aristotele ad opera di Giacomo Veneto Greco). Nelle sezioni seconda e terza del contributo si osserva che il termine demonstrativus (greco apodeiktikòs) appartiene principalmente all'ordine formale della logica, mentre il termine demonstrabilis (greco apodeiktòs) appartiene all'ordine ontologico, che subirà uno spostamento verso l'ambito teologico. Si analizza poi la nozione di conoscenza certa in Aristotele (sillogismo scientifico) e quella di dimostrabilità dell'esistenza di dio, anche per sottolineare lo slittamento disciplinare di termini e temi. Gli agostiniani, tra cui Roberto Grossatesta, Ockham e Francesco di Marchia, la negano, mentre Tommaso d'Aquino e i tomisti la affermano. Il tipo di risposta dipende dalla maggiore o minore adesione alla teoria aristotelica della scienza, come viene dimostrato nel contributo attraverso una serie di analisi di testi degli autori citati.
'Demonstrabilis': dalla logica alla teologia
SPINOSA, Giacinta Anna
2009-01-01
Abstract
Il contributo è diviso in tre sezioni. Nella prima si correggono - entrando nel dettaglio - le datazioni delle prime attestazioni del termine demonstrabilis così come erano state fornite nei lessici Thesaurus linguae latinae, Dictionnaire des auteurs chrétien di A. Blaise e nel Lexicon del Forcellini. La corretta datazione del termine è riportata rispettivamente al VI secolo (Severino Boezio, De topicis differentiis), al IX secolo (versione greco latina dello Pseudo Dionigi ad opera di Ilduino) e al XII secolo (versione greco latina degli Analitica posteriora di Aristotele ad opera di Giacomo Veneto Greco). Nelle sezioni seconda e terza del contributo si osserva che il termine demonstrativus (greco apodeiktikòs) appartiene principalmente all'ordine formale della logica, mentre il termine demonstrabilis (greco apodeiktòs) appartiene all'ordine ontologico, che subirà uno spostamento verso l'ambito teologico. Si analizza poi la nozione di conoscenza certa in Aristotele (sillogismo scientifico) e quella di dimostrabilità dell'esistenza di dio, anche per sottolineare lo slittamento disciplinare di termini e temi. Gli agostiniani, tra cui Roberto Grossatesta, Ockham e Francesco di Marchia, la negano, mentre Tommaso d'Aquino e i tomisti la affermano. Il tipo di risposta dipende dalla maggiore o minore adesione alla teoria aristotelica della scienza, come viene dimostrato nel contributo attraverso una serie di analisi di testi degli autori citati.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
demonstrabilis, 2009.PDF
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
DRM non definito
Dimensione
9.67 MB
Formato
Adobe PDF
|
9.67 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.