In Italia, il percorso scolastico degli alunni stranieri, in particolare di quelli non nati nel nostro Paese, presenta alcune problematicità. Sulla base degli ultimi report ministeriali disponibili è possibile rilevare come i tassi di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana siano prossimi a quelli degli italiani, per lo meno sino alla fascia di età 14-16 anni. Invece, nell’ultimo biennio della secondaria di II grado la frequenza scolastica degli alunni CNI diminuisce notevolmente, pur risultando in miglioramento nel corso degli anni. Ciò rischia di impedire a oltre un terzo di essi, tra i 17 e i 18 anni, di realizzare una formazione più completa per l’inserimento nel mondo del lavoro. Tra i fattori di maggior rilievo, posti in evidenza riguardo al fenomeno degli alunni con background migratorio presenti nelle scuole italiane, vi è lo sviluppo della scolarizzazione nel secondo ciclo, dove tuttavia si addensano le maggiori criticità. È qui che si concentra la necessità di realizzare misure e strategie più efficaci di prevenzione dell’insuccesso e della dispersione scolastica e formativa. Ad oggi, gli studenti provenienti da contesti migratori sono presenti in tutti gli indirizzi di scuola superiore. Tuttavia, è possibile riscontrare come essi siano per la maggioranza orientati al comparto tecnico-professionale, scegliendo in molti casi percorsi triennali di istruzione e formazione professionale. Si tratta di una sorta di “segregazione formativa”. Le problematiche evidenziate chiamano in causa il tema dell’orientamento scolastico da rivolgere agli alunni di origine straniera e alle loro famiglie. Trattasi di un tema ancora poco approfondito dalla ricerca di ambito socio-pedagogico, pur rappresentando una delle questioni più evidenziate dalle istituzioni educative. Basti pensare a quanto sottolineato nelle Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (C.M. n. 4233 del 19/02/2014), nella Nota Miur 5535 del 9/9/2015, “Diversi da chi?”, e, più recentemente, nel documento Orientamenti interculturali (2022), in cui si parla di un piano di accoglienza/accompagnamento/orientamento che sostenga la scolarità degli alunni di origine straniera, soprattutto dei neo-arrivati (NAI) almeno nei primi due anni dal loro ingresso a scuola. A tal fine il documento rileva l’opportunità che nelle scuole vi siano docenti appositamente dedicati e formati alle attività di orientamento e, nel caso specifico, anche all’interazione con le famiglie straniere e con le loro aspettative in merito alla formazione scolastica dei propri figli.

L’orientamento e gli alunni stranieri

Fabrizio Pizzi
2025-01-01

Abstract

In Italia, il percorso scolastico degli alunni stranieri, in particolare di quelli non nati nel nostro Paese, presenta alcune problematicità. Sulla base degli ultimi report ministeriali disponibili è possibile rilevare come i tassi di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana siano prossimi a quelli degli italiani, per lo meno sino alla fascia di età 14-16 anni. Invece, nell’ultimo biennio della secondaria di II grado la frequenza scolastica degli alunni CNI diminuisce notevolmente, pur risultando in miglioramento nel corso degli anni. Ciò rischia di impedire a oltre un terzo di essi, tra i 17 e i 18 anni, di realizzare una formazione più completa per l’inserimento nel mondo del lavoro. Tra i fattori di maggior rilievo, posti in evidenza riguardo al fenomeno degli alunni con background migratorio presenti nelle scuole italiane, vi è lo sviluppo della scolarizzazione nel secondo ciclo, dove tuttavia si addensano le maggiori criticità. È qui che si concentra la necessità di realizzare misure e strategie più efficaci di prevenzione dell’insuccesso e della dispersione scolastica e formativa. Ad oggi, gli studenti provenienti da contesti migratori sono presenti in tutti gli indirizzi di scuola superiore. Tuttavia, è possibile riscontrare come essi siano per la maggioranza orientati al comparto tecnico-professionale, scegliendo in molti casi percorsi triennali di istruzione e formazione professionale. Si tratta di una sorta di “segregazione formativa”. Le problematiche evidenziate chiamano in causa il tema dell’orientamento scolastico da rivolgere agli alunni di origine straniera e alle loro famiglie. Trattasi di un tema ancora poco approfondito dalla ricerca di ambito socio-pedagogico, pur rappresentando una delle questioni più evidenziate dalle istituzioni educative. Basti pensare a quanto sottolineato nelle Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (C.M. n. 4233 del 19/02/2014), nella Nota Miur 5535 del 9/9/2015, “Diversi da chi?”, e, più recentemente, nel documento Orientamenti interculturali (2022), in cui si parla di un piano di accoglienza/accompagnamento/orientamento che sostenga la scolarità degli alunni di origine straniera, soprattutto dei neo-arrivati (NAI) almeno nei primi due anni dal loro ingresso a scuola. A tal fine il documento rileva l’opportunità che nelle scuole vi siano docenti appositamente dedicati e formati alle attività di orientamento e, nel caso specifico, anche all’interazione con le famiglie straniere e con le loro aspettative in merito alla formazione scolastica dei propri figli.
2025
9791255683087
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11580/118006
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