Il contributo analizza il rapporto della storiografia letteraria sette-ottocentesca con il fenomeno culturale del Barocco, in genere inquadrato come espressione di una decadenza strettamente legata a quella politica, ovvero all’occupazione iberica di buona parte del paese. Tale interpretazione si ritrovò però a dialogare con una visione dei “cicli” della storia letteraria che vedevano epoche di splendore opporsi ad epoche di decadenza, una visione che insisteva sul Manierismo come fase di incubazione del Barocco. In epoca risorgimentale poi vi fu chi mise in stretta relazione il cattivo gusto non solo e non tanto con l’occupazione, quanto con il “gesuitismo”, storica espressione della sudditanza del paese ai sistemi clientelari gestiti e garantiti dalla Chiesa cattolica. E fino alle prime letture “storicizzanti” di fine secolo, attente a cogliere la dimensione europea del Barocco e a riscoprire il gusto del contorto e del raffinato come necessaria espressione di società ricche e complesse. Con riferimenti a Giuseppe Parini, Girolamo Tiraboschi, Carlo Denina, Giacomo Leopardi, Francesco Salfi, Pietro Sanfilippo, Luigi Settembrini, Paolo Emiliani Giudici, Francesco De Sanctis, Bernardo Morsolin, Enrico Nencioni, Olindo Guerrini ed Enrico Panzacchi.
Gli storici letterari dell’Ottocento e la perversione del Barocco
Massimiliano Malavasi
2025-01-01
Abstract
Il contributo analizza il rapporto della storiografia letteraria sette-ottocentesca con il fenomeno culturale del Barocco, in genere inquadrato come espressione di una decadenza strettamente legata a quella politica, ovvero all’occupazione iberica di buona parte del paese. Tale interpretazione si ritrovò però a dialogare con una visione dei “cicli” della storia letteraria che vedevano epoche di splendore opporsi ad epoche di decadenza, una visione che insisteva sul Manierismo come fase di incubazione del Barocco. In epoca risorgimentale poi vi fu chi mise in stretta relazione il cattivo gusto non solo e non tanto con l’occupazione, quanto con il “gesuitismo”, storica espressione della sudditanza del paese ai sistemi clientelari gestiti e garantiti dalla Chiesa cattolica. E fino alle prime letture “storicizzanti” di fine secolo, attente a cogliere la dimensione europea del Barocco e a riscoprire il gusto del contorto e del raffinato come necessaria espressione di società ricche e complesse. Con riferimenti a Giuseppe Parini, Girolamo Tiraboschi, Carlo Denina, Giacomo Leopardi, Francesco Salfi, Pietro Sanfilippo, Luigi Settembrini, Paolo Emiliani Giudici, Francesco De Sanctis, Bernardo Morsolin, Enrico Nencioni, Olindo Guerrini ed Enrico Panzacchi.| File | Dimensione | Formato | |
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