Il sistema idrogeologico delle sorgenti del Gari-Peccia e l’area idrotermale di Suio-Castelforte sono due tra i principali esempi di risorse idriche sotterranee del Lazio meridionale, la cui conoscenza è fondamentale per la gestione della risorsa stessa e del territorio. Essi rappresentano due acquiferi carsici alimentati da grandi idrostrutture, i cui limiti di permeabilità sono rappresentati da contatti stratigrafici e tettonici caratteristici della serie laziale-abruzzese e dell’evoluzione tettonica legata alla strutturazione di catena dal Miocene superiore. L’assetto geologico ed idrogeologico regionale dell’area dove ricadono i due sistemi acquiferi presenta diverse idrostrutture, inquadrabili come bacini carsici di natura carbonatica e carbonatico-dolomitica, ospitanti ingenti risorse idriche sotterranee che possono essere considerate come strategiche. L’area è caratterizzata da numerose sorgenti che garantiscono un costante approvvigionamento idrico alle principali aree di pianura ed urbane localizzate al margine delle strutture carbonatiche. In particolare, nel Lazio meridionale la piana di Cassino rappresenta uno dei più importanti punti di confluenza dei flussi di acque sotterranee proveniente dall’idrostruttura dei Simbruini-Ernici-M. Cairo-M. Cassino con portate che variano tra i 18 ed i 23 m3/s. Tali risorse idriche sotterranee sono state ampiamente utilizzate fin dall’antichità ed attualmente sono captate ad uso idropotabile da Acqua Campania S.p.A. con un’opera di presa superficiale a valle delle Terme Varroniane. Grazie agli ulteriori recapiti, compresi quello delle sorgenti del Peccia, captate nel campo pozzi Peccia (tra San Pietro e Presenzano), e della galleria drenante di San Bartolomeo (a Venafro), che capta nell’idrostruttura dei M. di Venafro, la portata complessiva dell’acquedotto raggiunge un valore variabile tra i7 m3/s ed i 9 m3/s, necessaria a contribuire in quantità determinante all’approvvigionamento idropotabile della città di Napoli e delle province di Napoli e Caserta. Sempre nel Lazio meridionale, il bacino idrotermale di Suio-Castelforte (area compresa nel riquadro bianco, in è caratterizzato dalla presenza di sorgenti idrotermali. Tali acque, con temperature che possono raggiungere i 55 °C, vengono a giorno da numerose sorgenti alimentate dal massiccio carbonatico dei Monti Aurunci orientali, il cui margine sudorientale è posto a diretto contatto con le unità vulcaniche di Roccamonfina. Le proprietà terapeutiche e termali di tali acque sono largamente sfruttate per le attività del parco termale delle Terme di Suio con circa dieci diversi stabilimenti, attualmente non tutti in esercizio. Tale area è stata frequentata sin da epoca preromana, dove prendeva il nome di Aquae Vescinae, ed è citata da illustri autori quali Lucano e Plinio. Durante l’età romana le Terme di Suio raggiunsero la maggiore notorietà in epoca imperiale per poi decadere con la fine dell’Impero Romano. Sono state poi recuperate solamente nei primi anni Cinquanta del Novecento come area termale di interesse regionale. In prospettiva, date le caratteristiche chimico fisiche e termiche delle acque sorgive, l’area idrotermale di Suio-Castelforte ben si presta anche ad essere impiegata in modo diretto ed indiretto come risorsa geotermica per la produzione di energia elettrica ad uso domestico ed agro alimentare e come potenziale fonte per l’estrazione del Litio e del Magnesio.
Il sistema idrogeologico del Gari-Peccia e l’area idrotermale di Suio Castelforte: due esempi di risorse idriche sotterranee nel Lazio meridionale
Michele SaroliMethodology
;Matteo FiorucciMethodology
;Enrica ZulloVisualization
2025-01-01
Abstract
Il sistema idrogeologico delle sorgenti del Gari-Peccia e l’area idrotermale di Suio-Castelforte sono due tra i principali esempi di risorse idriche sotterranee del Lazio meridionale, la cui conoscenza è fondamentale per la gestione della risorsa stessa e del territorio. Essi rappresentano due acquiferi carsici alimentati da grandi idrostrutture, i cui limiti di permeabilità sono rappresentati da contatti stratigrafici e tettonici caratteristici della serie laziale-abruzzese e dell’evoluzione tettonica legata alla strutturazione di catena dal Miocene superiore. L’assetto geologico ed idrogeologico regionale dell’area dove ricadono i due sistemi acquiferi presenta diverse idrostrutture, inquadrabili come bacini carsici di natura carbonatica e carbonatico-dolomitica, ospitanti ingenti risorse idriche sotterranee che possono essere considerate come strategiche. L’area è caratterizzata da numerose sorgenti che garantiscono un costante approvvigionamento idrico alle principali aree di pianura ed urbane localizzate al margine delle strutture carbonatiche. In particolare, nel Lazio meridionale la piana di Cassino rappresenta uno dei più importanti punti di confluenza dei flussi di acque sotterranee proveniente dall’idrostruttura dei Simbruini-Ernici-M. Cairo-M. Cassino con portate che variano tra i 18 ed i 23 m3/s. Tali risorse idriche sotterranee sono state ampiamente utilizzate fin dall’antichità ed attualmente sono captate ad uso idropotabile da Acqua Campania S.p.A. con un’opera di presa superficiale a valle delle Terme Varroniane. Grazie agli ulteriori recapiti, compresi quello delle sorgenti del Peccia, captate nel campo pozzi Peccia (tra San Pietro e Presenzano), e della galleria drenante di San Bartolomeo (a Venafro), che capta nell’idrostruttura dei M. di Venafro, la portata complessiva dell’acquedotto raggiunge un valore variabile tra i7 m3/s ed i 9 m3/s, necessaria a contribuire in quantità determinante all’approvvigionamento idropotabile della città di Napoli e delle province di Napoli e Caserta. Sempre nel Lazio meridionale, il bacino idrotermale di Suio-Castelforte (area compresa nel riquadro bianco, in è caratterizzato dalla presenza di sorgenti idrotermali. Tali acque, con temperature che possono raggiungere i 55 °C, vengono a giorno da numerose sorgenti alimentate dal massiccio carbonatico dei Monti Aurunci orientali, il cui margine sudorientale è posto a diretto contatto con le unità vulcaniche di Roccamonfina. Le proprietà terapeutiche e termali di tali acque sono largamente sfruttate per le attività del parco termale delle Terme di Suio con circa dieci diversi stabilimenti, attualmente non tutti in esercizio. Tale area è stata frequentata sin da epoca preromana, dove prendeva il nome di Aquae Vescinae, ed è citata da illustri autori quali Lucano e Plinio. Durante l’età romana le Terme di Suio raggiunsero la maggiore notorietà in epoca imperiale per poi decadere con la fine dell’Impero Romano. Sono state poi recuperate solamente nei primi anni Cinquanta del Novecento come area termale di interesse regionale. In prospettiva, date le caratteristiche chimico fisiche e termiche delle acque sorgive, l’area idrotermale di Suio-Castelforte ben si presta anche ad essere impiegata in modo diretto ed indiretto come risorsa geotermica per la produzione di energia elettrica ad uso domestico ed agro alimentare e come potenziale fonte per l’estrazione del Litio e del Magnesio.| File | Dimensione | Formato | |
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