I repertori italiani di primo Novecento non hanno mai trovato ampio spazio nella programmazione concertistica, e neppure nell’agenda della musicologia internazionale. I pochi studi dedicati a musiche e musicisti italiani di questo periodo storico delineano una situazione di forte criticità che avrebbe investito in pari misura i linguaggi musicali, l’attività dei musicisti, il ruolo dei sistemi produttivi e la capacità stessa della musica di interagire con le categorie del pensare e dell’agire collettivo. A fronte di uno scenario così complesso, in queste pagine il tema viene affrontato orientando la riflessione storiografica in due principali direzioni di ricerca: la questione del “carattere nazionale”, e la centralità degli spazi discorsivi nell’interpretazione dei fenomeni musicali. La tesi di questo saggio è che molte delle criticità che hanno investito il mondo della musica italiana all’inizio del ventesimo secolo – e che in larga misura permangono anche oggi – siano legate al lungo e difficile percorso di “costruzione” della nazione: nel momento stesso in cui ha cominciato a concretizzarsi il processo di unificazione politica, la musica è stata progressivamente relegata a un ruolo sempre più marginale nella cultura e nella società italiana. In particolare, si dimostra come alcune risposte al problema dello “spaesamento della musica nel paese della musica” possano essere trovate nella storia dei discorsi sulla musica – discorsi intesi come insiemi di idee, temi, argomentazioni e tropi ricorrenti – che si sono sviluppati in Italia nell’Ottocento e nel primo Novecento.

Lo "spaesamento" della musica nel paese della musica

Susanna Pasticci
2023-01-01

Abstract

I repertori italiani di primo Novecento non hanno mai trovato ampio spazio nella programmazione concertistica, e neppure nell’agenda della musicologia internazionale. I pochi studi dedicati a musiche e musicisti italiani di questo periodo storico delineano una situazione di forte criticità che avrebbe investito in pari misura i linguaggi musicali, l’attività dei musicisti, il ruolo dei sistemi produttivi e la capacità stessa della musica di interagire con le categorie del pensare e dell’agire collettivo. A fronte di uno scenario così complesso, in queste pagine il tema viene affrontato orientando la riflessione storiografica in due principali direzioni di ricerca: la questione del “carattere nazionale”, e la centralità degli spazi discorsivi nell’interpretazione dei fenomeni musicali. La tesi di questo saggio è che molte delle criticità che hanno investito il mondo della musica italiana all’inizio del ventesimo secolo – e che in larga misura permangono anche oggi – siano legate al lungo e difficile percorso di “costruzione” della nazione: nel momento stesso in cui ha cominciato a concretizzarsi il processo di unificazione politica, la musica è stata progressivamente relegata a un ruolo sempre più marginale nella cultura e nella società italiana. In particolare, si dimostra come alcune risposte al problema dello “spaesamento della musica nel paese della musica” possano essere trovate nella storia dei discorsi sulla musica – discorsi intesi come insiemi di idee, temi, argomentazioni e tropi ricorrenti – che si sono sviluppati in Italia nell’Ottocento e nel primo Novecento.
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