L'articolo delinea, tra le difficoltà di ricerca su fonti unilaterali, le diverse prospettive, con cui la Contea di Aquino e l'Abbazia di Montecassino si fronteggiano tra la fine del X e la prima metà del XIII secolo per il controllo dell'Asprano. Alla prima, che rivendica il Monte come polmone costitutivo di un antico comprensorio unitario, la seconda oppone gli "iura" gemmati dalla "Donatio Gisulfi" (CMC, I, 5, a. 744) e aggiornati specificamente da un giuramento fatto da Laidolfo di Capua all'abate Mansone (CMC, II, 14, a. 994). I blasoni dello "scriptorium" cassinese, complice l'esaurimento storico dei fastigi aquinati e lo smarrimento di una memoria alternativa, imporranno la piattaforma ideologica della storiografia vincente, per lasciare la Terra Sancti Benedicti senza concorrenze di un autorevole vicinato, polverizzando così la coscienza coereditaria dell'Aquinum romana ed incentivando parallelamente sulle ceneri della Contea medievale la genesi di municipalità disperse in antagonismi di campanile, dei quali la famosa disputa sui natali di S. Tommaso (Aquino o Roccasecca?) è solo il segno più eloquente.

Aquino, Montecassino e l’Asprano nella seconda metà del X secolo: problemi politici, intrecci ecclesiastici e difficoltà storiografiche

CARCIONE, Filippo
2007-01-01

Abstract

L'articolo delinea, tra le difficoltà di ricerca su fonti unilaterali, le diverse prospettive, con cui la Contea di Aquino e l'Abbazia di Montecassino si fronteggiano tra la fine del X e la prima metà del XIII secolo per il controllo dell'Asprano. Alla prima, che rivendica il Monte come polmone costitutivo di un antico comprensorio unitario, la seconda oppone gli "iura" gemmati dalla "Donatio Gisulfi" (CMC, I, 5, a. 744) e aggiornati specificamente da un giuramento fatto da Laidolfo di Capua all'abate Mansone (CMC, II, 14, a. 994). I blasoni dello "scriptorium" cassinese, complice l'esaurimento storico dei fastigi aquinati e lo smarrimento di una memoria alternativa, imporranno la piattaforma ideologica della storiografia vincente, per lasciare la Terra Sancti Benedicti senza concorrenze di un autorevole vicinato, polverizzando così la coscienza coereditaria dell'Aquinum romana ed incentivando parallelamente sulle ceneri della Contea medievale la genesi di municipalità disperse in antagonismi di campanile, dei quali la famosa disputa sui natali di S. Tommaso (Aquino o Roccasecca?) è solo il segno più eloquente.
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