A partire dal marzo 2020 il ricorso all’uso delle tecnologie legate al web e all’elearning ha rappresentato l’unica alternativa alla completa interruzione delle attività delle istituzioni scolastiche e universitarie italiane. I docenti di ogni ordine e grado sono stati chiamati, repentinamente, ad uno sforzo epistemologico, metodologico, tecnologico e organizzativo certamente inedito negli ultimi decenni. Il tempo eccezionale dell’emergenza ha riproposto potentemente il dibattito circa la natura del rapporto tra tecnologia e scuola. Questo lavoro prova ad individuare alcune assunzioni di fondo, talora indiscusse o solo parzialmente discusse, che l’esperienza del lockdown ha reso più visibili e che operano in maniera trasparente nella ricerca e nella pratica didattica, orientandone alle volte i risultati. Il lavoro si presenta, dunque, non come analisi finita su quanto docenti e studenti (in particolare, docenti, studenti, famiglie e personale delle scuole primarie) hanno vissuto nella fase dell’emergenza, ma come una positio questionis, meglio ancora come una ricerca delle domande da porsi che non può prescindere da alcune considerazioni a monte su concetti oggetto di indagine.

Ubiquità, distanza, presenza: note critiche su tecnologia e scuola primaria a margine dell’esperienza Covid-19

Pio A. Di Tore;Giovanni Arduini
Writing – Original Draft Preparation
;
2020-01-01

Abstract

A partire dal marzo 2020 il ricorso all’uso delle tecnologie legate al web e all’elearning ha rappresentato l’unica alternativa alla completa interruzione delle attività delle istituzioni scolastiche e universitarie italiane. I docenti di ogni ordine e grado sono stati chiamati, repentinamente, ad uno sforzo epistemologico, metodologico, tecnologico e organizzativo certamente inedito negli ultimi decenni. Il tempo eccezionale dell’emergenza ha riproposto potentemente il dibattito circa la natura del rapporto tra tecnologia e scuola. Questo lavoro prova ad individuare alcune assunzioni di fondo, talora indiscusse o solo parzialmente discusse, che l’esperienza del lockdown ha reso più visibili e che operano in maniera trasparente nella ricerca e nella pratica didattica, orientandone alle volte i risultati. Il lavoro si presenta, dunque, non come analisi finita su quanto docenti e studenti (in particolare, docenti, studenti, famiglie e personale delle scuole primarie) hanno vissuto nella fase dell’emergenza, ma come una positio questionis, meglio ancora come una ricerca delle domande da porsi che non può prescindere da alcune considerazioni a monte su concetti oggetto di indagine.
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