Ricordando che «Resilienza» è un termine assai diffuso negli ultimi anni per designare la capacità dei sistemi materiali, ecologici e sociali di rispondere a shock di vario tipo che vanno dai disastri naturali alle recessioni economiche, dal cambiamento climatico al terrorismo internazionale, si sottolineava che nell’interpretazione geografico-economica internazionale che interpreta l’economia dei luoghi dal punto di vista sistemico ed evolutivo, «resilienza» sta per reattività, adattabilità, stabilità dinamica di un sistema, rappresentando un modello di lettura e al tempo stesso una metafora. Presuppone una sollecitazione (l’innovazione, per esempio, o un diverso assetto dei mercati) e focalizza l’analisi sull’insieme delle dinamiche di persistenza e adattamento che si realizzano all’interno del sistema osservato; fornisce in tal modo un’egregia rappresentazione di ciò che, anche in occasione di perturbazioni violente e radicali quali ad esempio le crisi economiche. Si sottolineava altresì che la fortuna del termine è certamente legata agli interrogativi proposti dall’accelerato mutamento degli ultimi decenni, e dal fatto che il discorso su tali mutamenti non è adeguatamente affrontabile dalle scienze sociali, e in particolare dalla geografia, se non ragionando «per sistemi complessi». Inoltre una corretta applicazione della categoria della «resilienza» dovrebbe dunque annullare, o quantomeno minimizzare, la clausola coeteris paribus, ossia l’esclusione di tutte le variabili che il ricercatore assume che non mutino. Ne scaturirebbe che, oltre a condurre a un’interpretazione per sistemi, la «resilienza» ha anche il pregio di gettare ponti disciplinari: non per eclettismo, ma per pura necessità d’indagine.

Oltre la Globalizzazione Resilienza/Resilience

Domenico de Vincenzo;
2014-01-01

Abstract

Ricordando che «Resilienza» è un termine assai diffuso negli ultimi anni per designare la capacità dei sistemi materiali, ecologici e sociali di rispondere a shock di vario tipo che vanno dai disastri naturali alle recessioni economiche, dal cambiamento climatico al terrorismo internazionale, si sottolineava che nell’interpretazione geografico-economica internazionale che interpreta l’economia dei luoghi dal punto di vista sistemico ed evolutivo, «resilienza» sta per reattività, adattabilità, stabilità dinamica di un sistema, rappresentando un modello di lettura e al tempo stesso una metafora. Presuppone una sollecitazione (l’innovazione, per esempio, o un diverso assetto dei mercati) e focalizza l’analisi sull’insieme delle dinamiche di persistenza e adattamento che si realizzano all’interno del sistema osservato; fornisce in tal modo un’egregia rappresentazione di ciò che, anche in occasione di perturbazioni violente e radicali quali ad esempio le crisi economiche. Si sottolineava altresì che la fortuna del termine è certamente legata agli interrogativi proposti dall’accelerato mutamento degli ultimi decenni, e dal fatto che il discorso su tali mutamenti non è adeguatamente affrontabile dalle scienze sociali, e in particolare dalla geografia, se non ragionando «per sistemi complessi». Inoltre una corretta applicazione della categoria della «resilienza» dovrebbe dunque annullare, o quantomeno minimizzare, la clausola coeteris paribus, ossia l’esclusione di tutte le variabili che il ricercatore assume che non mutino. Ne scaturirebbe che, oltre a condurre a un’interpretazione per sistemi, la «resilienza» ha anche il pregio di gettare ponti disciplinari: non per eclettismo, ma per pura necessità d’indagine.
2014
978-88-908926-9-1
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