Il saggio è il risultato del lavoro di un gruppo di ricerca internazionale costituito da Edoardo Crisci, Christof Eggenberger, Robert Fuchs, Doris Oltrogge. Oggetto della ricerca è il Codex purpureus RP1 della Zentralbibliothek di Zurigo (VI secolo), contenente il Libro dei Salmi. La prima parte del lavoro, dovuta a Edoardo Crisci (Studio codicologico e paleografico, pp. 31-67), analizza il manoscritto dal punto di vista codicologico, paleografico e storico culturale. L’analisi codicologica è finalizzata alla ricostruzione della struttura originaria del codice, oggi sfascicolato e in condizioni precarie di conservazione. Si ricostruisce quindi la struttura dei fascicoli e la sequenza testuale, e si segnalano le numerose lacune dovute alla caduta di parecchi fogli. Un CD-Rom allegato al saggio riproduce integralmente, in forma virtuale, la struttura del manoscritto e le immagini dei fogli. L’analisi della scrittura – maiuscola ogivale diritta – è finalizzata alla formulazione di una nuova ipotesi di datazione del manoscritto (al VI secolo anziché al VII), e offre l’occasione per considerazioni di carattere più generale sullo svolgimento di questa particolare tipologia grafica – dai materiali più antichi, di IV-V secolo, a quelli più recenti, di IX-X – , svolgimento nel quale si individuano – sulla base dei tracciati, del chiaroscuro e della forma delle lettere – una fase “old style” e una fase “new style”, la cui linea di demarcazione è da collocarsi fra VII e VIII secolo. L’ipotesi di localizzazione del manoscritto (a Costantinopoli piuttosto che in area siriaco-antiochena) si basa su considerazioni che attengono ai modi, alle forme e alle dinamiche della produzione libraria (e di libri di lusso, in particolare) in epoca tardoantica e protobizantina, nonché il quadro più generale delle vicende storico-culturali che investono il mondo greco-bizantino fra VI e VII secolo. La seconda parte del saggio, dovuta a Christof Eggenberger (Bibliotheksgeschichte Studie, pp.67-81) ricostituisce la storia moderna del codice e le vicende della sua conservazione bibliotecaria, fino all’arrivo nella Zentralbibliothek di Zurigo. La terza parte, dovuta a Robert Fuchs e Doris Oltrogge (Gold und Purpur. Zwischen Ideal un Werzstattpraxis, pp. 82-98), indaga con tecniche di laboratorio e apposite metodologie di analisi e riprese fotografiche, la struttura materiale del codice, la natura della pergamena purpurea e degli inchiostri d’oro e d’argento. Nel suo complesso il saggio costituisce un interessante esempio di collaborazione e interazione metodologica fra discipline diverse applicata alla studio di un manoscritto antico.

Il Salterio purpureo Zentralbibliothek Zurich, RP1

CRISCI, Edoardo
2007-01-01

Abstract

Il saggio è il risultato del lavoro di un gruppo di ricerca internazionale costituito da Edoardo Crisci, Christof Eggenberger, Robert Fuchs, Doris Oltrogge. Oggetto della ricerca è il Codex purpureus RP1 della Zentralbibliothek di Zurigo (VI secolo), contenente il Libro dei Salmi. La prima parte del lavoro, dovuta a Edoardo Crisci (Studio codicologico e paleografico, pp. 31-67), analizza il manoscritto dal punto di vista codicologico, paleografico e storico culturale. L’analisi codicologica è finalizzata alla ricostruzione della struttura originaria del codice, oggi sfascicolato e in condizioni precarie di conservazione. Si ricostruisce quindi la struttura dei fascicoli e la sequenza testuale, e si segnalano le numerose lacune dovute alla caduta di parecchi fogli. Un CD-Rom allegato al saggio riproduce integralmente, in forma virtuale, la struttura del manoscritto e le immagini dei fogli. L’analisi della scrittura – maiuscola ogivale diritta – è finalizzata alla formulazione di una nuova ipotesi di datazione del manoscritto (al VI secolo anziché al VII), e offre l’occasione per considerazioni di carattere più generale sullo svolgimento di questa particolare tipologia grafica – dai materiali più antichi, di IV-V secolo, a quelli più recenti, di IX-X – , svolgimento nel quale si individuano – sulla base dei tracciati, del chiaroscuro e della forma delle lettere – una fase “old style” e una fase “new style”, la cui linea di demarcazione è da collocarsi fra VII e VIII secolo. L’ipotesi di localizzazione del manoscritto (a Costantinopoli piuttosto che in area siriaco-antiochena) si basa su considerazioni che attengono ai modi, alle forme e alle dinamiche della produzione libraria (e di libri di lusso, in particolare) in epoca tardoantica e protobizantina, nonché il quadro più generale delle vicende storico-culturali che investono il mondo greco-bizantino fra VI e VII secolo. La seconda parte del saggio, dovuta a Christof Eggenberger (Bibliotheksgeschichte Studie, pp.67-81) ricostituisce la storia moderna del codice e le vicende della sua conservazione bibliotecaria, fino all’arrivo nella Zentralbibliothek di Zurigo. La terza parte, dovuta a Robert Fuchs e Doris Oltrogge (Gold und Purpur. Zwischen Ideal un Werzstattpraxis, pp. 82-98), indaga con tecniche di laboratorio e apposite metodologie di analisi e riprese fotografiche, la struttura materiale del codice, la natura della pergamena purpurea e degli inchiostri d’oro e d’argento. Nel suo complesso il saggio costituisce un interessante esempio di collaborazione e interazione metodologica fra discipline diverse applicata alla studio di un manoscritto antico.
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