L’allestimento di un manoscritto commentato rappresenta per il copista medievale un compito complesso e dalle implicazioni molteplici, già precedentemente enucleate dall'A. in una serie di contributi teorici. Il caso dei commenti ad Omero, e in particolare all’Iliade, costituisce, per la ricerca sulla mise en page dei commenti, un terreno particolarmente favorevole, sia per la quantità degli esemplari conservati che per la relativa stabilità (in estensione e contenuto) del materiale esegetico. Estremamente ricca appare in particolare la tradizione dei cosiddetti scholia vetera all’Iliade, rappresentata da 25 manoscritti di impaginazione molto varia (cui vanno aggiunti i frammenti attestati dai papiri) e documentata da un'edizione critica monumentale e sorprendentemente precisa. Il contributo affronta l'esame dei cinque manoscritti più antichi, allestiti fra la metà del X e l’inizio del XII secolo (il Marc. gr. 454, i due ‘gemelli’ Marc. gr. 453 ed Escor. [ypsilon].I.1, il London, BL Burney 86, il Laur. Plut. XXXII.3), tutti impaginati ‘a cornice’ (con il commento distribuito su tre o quattro lati). Ogni testimone è frutto del lavoro di un diverso copista, il quale trascrive sia il testo che il corredo esegetico: benché accomunati dalla scelta della stessa impostazione della pagina, i cinque scribi si discostano l’uno dall’altro sia per alcune scelte generali di ‘formattazione’ che per gli espedienti adottati occasionalmente per risolvere specifiche difficoltà. L'analisi minuziosa dei codici, condotta con i metodi della 'codicologia quantitativa', consente la caratterizzazione puntuale delle modalità applicate dai singoli copisti per fronteggiare le difficoltà legate alla gestione simultanea di testo e commento.
Problemi di mise en page dei manoscritti con commento ‘a cornice’. L’esempio di alcuni testimoni dell’Iliade
MANIACI, Marilena
2006-01-01
Abstract
L’allestimento di un manoscritto commentato rappresenta per il copista medievale un compito complesso e dalle implicazioni molteplici, già precedentemente enucleate dall'A. in una serie di contributi teorici. Il caso dei commenti ad Omero, e in particolare all’Iliade, costituisce, per la ricerca sulla mise en page dei commenti, un terreno particolarmente favorevole, sia per la quantità degli esemplari conservati che per la relativa stabilità (in estensione e contenuto) del materiale esegetico. Estremamente ricca appare in particolare la tradizione dei cosiddetti scholia vetera all’Iliade, rappresentata da 25 manoscritti di impaginazione molto varia (cui vanno aggiunti i frammenti attestati dai papiri) e documentata da un'edizione critica monumentale e sorprendentemente precisa. Il contributo affronta l'esame dei cinque manoscritti più antichi, allestiti fra la metà del X e l’inizio del XII secolo (il Marc. gr. 454, i due ‘gemelli’ Marc. gr. 453 ed Escor. [ypsilon].I.1, il London, BL Burney 86, il Laur. Plut. XXXII.3), tutti impaginati ‘a cornice’ (con il commento distribuito su tre o quattro lati). Ogni testimone è frutto del lavoro di un diverso copista, il quale trascrive sia il testo che il corredo esegetico: benché accomunati dalla scelta della stessa impostazione della pagina, i cinque scribi si discostano l’uno dall’altro sia per alcune scelte generali di ‘formattazione’ che per gli espedienti adottati occasionalmente per risolvere specifiche difficoltà. L'analisi minuziosa dei codici, condotta con i metodi della 'codicologia quantitativa', consente la caratterizzazione puntuale delle modalità applicate dai singoli copisti per fronteggiare le difficoltà legate alla gestione simultanea di testo e commento.File | Dimensione | Formato | |
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