Una più attenta riflessione sulle parole di C. 8.10.2 del 222 e la rilettura della parte finale del senatoconsulto Osidiano del 47 consentono, secondo l'a., l'identificazione finora controversa del sc. ricordato nella constitutio di Severo Alessandro: si tratterebbe del provvedimento del 47 trasformato dalle deroghe disposte dalle costituzioni di Severo e Caracalla e dall'interpretazione giurisprudenziale. La cancelleria severiana, a partire dalla clausola finale del sc. Osidiano, che prevedeva la possibilità di mutare parte degli edifici, consentiva di detrahere e poi anche di trasportare (transferre) qualcosa, se ciò avvenisse per pubblico interesse e non negotiandi causa, e se si rimanesse futuri possessori dei materiali. Il processo di interpretazione dell'Osidiano sembra essere stato stimolato dall'emanazione del sc. Aciliano del 122: il commento di questo senatoconsulto determinava in Ulpiano, a giudicare da quanto emerge dal libro XXI del suo ad Sabinum, una rilettura dell'Osidiano in chiave più permissiva, soprattutto nel caso di interventi finalizzati ad accrescere le opere pubbliche.

Mutare, detrahere, transferre: considerazioni sui senatusconsulta Osidiano, Aciliano e l'ad Sabinum di Ulpiano.

Fara Nasti
2017-01-01

Abstract

Una più attenta riflessione sulle parole di C. 8.10.2 del 222 e la rilettura della parte finale del senatoconsulto Osidiano del 47 consentono, secondo l'a., l'identificazione finora controversa del sc. ricordato nella constitutio di Severo Alessandro: si tratterebbe del provvedimento del 47 trasformato dalle deroghe disposte dalle costituzioni di Severo e Caracalla e dall'interpretazione giurisprudenziale. La cancelleria severiana, a partire dalla clausola finale del sc. Osidiano, che prevedeva la possibilità di mutare parte degli edifici, consentiva di detrahere e poi anche di trasportare (transferre) qualcosa, se ciò avvenisse per pubblico interesse e non negotiandi causa, e se si rimanesse futuri possessori dei materiali. Il processo di interpretazione dell'Osidiano sembra essere stato stimolato dall'emanazione del sc. Aciliano del 122: il commento di questo senatoconsulto determinava in Ulpiano, a giudicare da quanto emerge dal libro XXI del suo ad Sabinum, una rilettura dell'Osidiano in chiave più permissiva, soprattutto nel caso di interventi finalizzati ad accrescere le opere pubbliche.
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