L'opera di Virgilio Marone Grammatico si presenta come un miscuglio disomogeneo di effettivi insegnamenti grammaticali, austeri ammonimenti di saggezza e passaggi apparentemente comici o parodici. Questo ha condotto gli studiosi a interpretazioni contrastanti che non risolvono molti dei punti oscuri di questa insolita grammatica. La tradizione manoscritta è ugualmente confusa, nonostante sia rappresentata da soli tre codici, tutti compilati nella prima metà del secolo IX. In questo studio, il testo trasmesso da questi manoscritti (sui quali si fondano le edizioni critiche) viene esaminato sulla base dell'ampia tradizione indiretta, attestata specialmente nelle isole britanniche già a partire dal settimo secolo. La ricerca mostra che i passaggi comici o parodici non sembrano essere stati incorporati nelle opere che derivano da Virgilio Marone Grammatico, neppure in quelle di carattere fortemente compilatorio, che non prestano molta attenzione nel selezionare i contenuti. Questo fatto, insieme all'individuazione di alcuni frammenti assenti dalla tradizione diretta, suggerisce che il testo di Virgilio Marone Grammatico che circolava prima del secolo IX era significativamente differente da quello trasmesso dai tre codici principali. Conseguentemente, si ipotizza che questi tre manoscritti siano il risultato di un rimaneggiamento carolingio dell'opera perduta di Virgilio, vale a dire una riscrittura parodica che può essere spiegata da un contesto storico specifico: il superamento delle antiche grammatiche irlandesi da parte delle opere della nuova generazione di maestri della corte carolingia e il simultaneo conflitto tra grammatici continentali e irlandesi che si manifestò anche attraverso la derisione dell'erudizione irlandese, che all'epoca era considerata antiquata e insoddisfacente. Questo nuovo atteggiamento spiega anche il fatto che nello stesso periodo la tradizione indiretta di Virgilio Marone Grammatico giunge a un epilogo permanente.

Virgilius Maro Grammaticus’ work presents itself as an inhomogeneous mixture of proper grammatical teachings, austere admonishments of wisdom and apparently comic or parodic passages. This has led scholars to conflicting literary interpretations which do not solve many of the obscure points of this unusual grammar. The manuscript tradition is equally muddled, despite being mainly represented by only three codices, all compiled in the first half of the ninth century. In the present study, the text transmitted by these manuscripts (on which the critical editions are based) is examined on the basis of the wide indirect tradition, attested especially in the British Isles as early as the seventh century. The research shows that the comic or parodic passages do not appear to have been incorporated in the works that drew on Virgilius Maro Grammaticus, even in those of strongly compilatory character, being not very careful in selecting the content. This fact, together with the detection of few fragments absent from the direct tradition, suggests that Virgilius Maro Grammaticus’ text circulating prior to the ninth century was significantly different from that transmitted by the three major codices. Consequently it is hypothesized that these three manuscripts are the result of a Carolingian rehash of the lost original work of Virgil, namely a parodic rewriting that can be explained by a specific historical context: the overcoming of the old Irish grammars by the works of the new generation of teachers of the Carolingian court and the simultaneous conflict between continental and Irish grammarians that also manifested itself through the derision of the Irish scholarship, which by that time was considered antiquated and unsatisfactory. This new attitude also explains the fact that in the same period the indirect tradition of Virgilius Maro Grammaticus comes to a permanent end.

Divertirsi con la grammatica. Riflessioni sulla storia del testo delle Epitomae e delle Epistolae di Virgilio Marone Grammatico

GAMBERINI, Roberto
2014-01-01

Abstract

Virgilius Maro Grammaticus’ work presents itself as an inhomogeneous mixture of proper grammatical teachings, austere admonishments of wisdom and apparently comic or parodic passages. This has led scholars to conflicting literary interpretations which do not solve many of the obscure points of this unusual grammar. The manuscript tradition is equally muddled, despite being mainly represented by only three codices, all compiled in the first half of the ninth century. In the present study, the text transmitted by these manuscripts (on which the critical editions are based) is examined on the basis of the wide indirect tradition, attested especially in the British Isles as early as the seventh century. The research shows that the comic or parodic passages do not appear to have been incorporated in the works that drew on Virgilius Maro Grammaticus, even in those of strongly compilatory character, being not very careful in selecting the content. This fact, together with the detection of few fragments absent from the direct tradition, suggests that Virgilius Maro Grammaticus’ text circulating prior to the ninth century was significantly different from that transmitted by the three major codices. Consequently it is hypothesized that these three manuscripts are the result of a Carolingian rehash of the lost original work of Virgil, namely a parodic rewriting that can be explained by a specific historical context: the overcoming of the old Irish grammars by the works of the new generation of teachers of the Carolingian court and the simultaneous conflict between continental and Irish grammarians that also manifested itself through the derision of the Irish scholarship, which by that time was considered antiquated and unsatisfactory. This new attitude also explains the fact that in the same period the indirect tradition of Virgilius Maro Grammaticus comes to a permanent end.
2014
L'opera di Virgilio Marone Grammatico si presenta come un miscuglio disomogeneo di effettivi insegnamenti grammaticali, austeri ammonimenti di saggezza e passaggi apparentemente comici o parodici. Questo ha condotto gli studiosi a interpretazioni contrastanti che non risolvono molti dei punti oscuri di questa insolita grammatica. La tradizione manoscritta è ugualmente confusa, nonostante sia rappresentata da soli tre codici, tutti compilati nella prima metà del secolo IX. In questo studio, il testo trasmesso da questi manoscritti (sui quali si fondano le edizioni critiche) viene esaminato sulla base dell'ampia tradizione indiretta, attestata specialmente nelle isole britanniche già a partire dal settimo secolo. La ricerca mostra che i passaggi comici o parodici non sembrano essere stati incorporati nelle opere che derivano da Virgilio Marone Grammatico, neppure in quelle di carattere fortemente compilatorio, che non prestano molta attenzione nel selezionare i contenuti. Questo fatto, insieme all'individuazione di alcuni frammenti assenti dalla tradizione diretta, suggerisce che il testo di Virgilio Marone Grammatico che circolava prima del secolo IX era significativamente differente da quello trasmesso dai tre codici principali. Conseguentemente, si ipotizza che questi tre manoscritti siano il risultato di un rimaneggiamento carolingio dell'opera perduta di Virgilio, vale a dire una riscrittura parodica che può essere spiegata da un contesto storico specifico: il superamento delle antiche grammatiche irlandesi da parte delle opere della nuova generazione di maestri della corte carolingia e il simultaneo conflitto tra grammatici continentali e irlandesi che si manifestò anche attraverso la derisione dell'erudizione irlandese, che all'epoca era considerata antiquata e insoddisfacente. Questo nuovo atteggiamento spiega anche il fatto che nello stesso periodo la tradizione indiretta di Virgilio Marone Grammatico giunge a un epilogo permanente.
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