Nell'arcidiocesi di Gaeta è tuttora viva e vitale la forte devozione per la Madonna della Civita venerata come santa Patrona dalla Chiesa locale nel Santuario sito sul Monte Fusco (Itri), meta ininterrotta di un millenario pellegrinaggio popolare. Il saggio evidenzia l'apporto bizantino alla genesi e allo sviluppo di questo culto mariano, cogliendone il retaggio remoto nelle tradizioni iconografiche orientali esportate sulle coste del Lazio meridionale dai profughi anti-iconoclasti e precisandone la spinta propulsiva al decollo per 'effetto dei movimenti monastici ellenofoni circolanti tra fine X e inizi XI secolo nel Parco nazionale degli Aurunci disteso tra il ducato di Gaeta e l'agro pontecorvese. I circoli legati al cenobio di S. Nilo operante nell'area coincidente all'odierna Serapo e quelli influenzati dalle presenze attive nella zona di Rocca Guglielma oggi compresa nel Comune di Esperia, furono determinanti, con il raccordo logistico del monastero di S. Giovanni Fellino sito nella periferia itrana, alla fortuna di una devozione ben presto "latinizzata" fino a gettare nel dimenticatoio l'originaria caratterizzazione italo-greca per i nefasti risvolti anti-ecumenici legati allo scisma del Cerulario (1054).

Il culto della Madonna della Civita nell'arcidiocesi di Gaeta. Fondamenti bizantini e vocazione ecumenica alla luce della storia

CARCIONE, Filippo
2016-01-01

Abstract

Nell'arcidiocesi di Gaeta è tuttora viva e vitale la forte devozione per la Madonna della Civita venerata come santa Patrona dalla Chiesa locale nel Santuario sito sul Monte Fusco (Itri), meta ininterrotta di un millenario pellegrinaggio popolare. Il saggio evidenzia l'apporto bizantino alla genesi e allo sviluppo di questo culto mariano, cogliendone il retaggio remoto nelle tradizioni iconografiche orientali esportate sulle coste del Lazio meridionale dai profughi anti-iconoclasti e precisandone la spinta propulsiva al decollo per 'effetto dei movimenti monastici ellenofoni circolanti tra fine X e inizi XI secolo nel Parco nazionale degli Aurunci disteso tra il ducato di Gaeta e l'agro pontecorvese. I circoli legati al cenobio di S. Nilo operante nell'area coincidente all'odierna Serapo e quelli influenzati dalle presenze attive nella zona di Rocca Guglielma oggi compresa nel Comune di Esperia, furono determinanti, con il raccordo logistico del monastero di S. Giovanni Fellino sito nella periferia itrana, alla fortuna di una devozione ben presto "latinizzata" fino a gettare nel dimenticatoio l'originaria caratterizzazione italo-greca per i nefasti risvolti anti-ecumenici legati allo scisma del Cerulario (1054).
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