Il contributo si incentra sull’emergere del nuovo significato di ‘essenza’ relativamente al termine latino 'natura', quale si verifica tra V e VI secolo, nell’opera e nei testi di Severino Boezio. A tal fine la trattazione prende le mosse dalle traduzioni greco-latine medievali di Aristotele (in Boezio e nei secoli XII e XIII), dove l’apparente uniformità della corrispondenza 'fysis' / 'natura' nasconde una problematica articolata. L’esame della polisemia di 'fysis' e di natura scopre la relativamente tarda comparsa del termine 'essentia', a lungo considerato un termine tecnico estraneo alla lingua latina, che vi entra più stabilmente a partire dalle controversie cristologiche e trinitarie del IV secolo (Ilario di Poitiers, Mario Vittorino). La scarsa presenza di 'essentia' nelle versioni greco-latine di Aristotele è la conferma di tutto ciò. 'Natura' è un termine generale, flessibile, talora vago o ambiguo, che si carica progressivamente di nuovi significati. E’ nelle versioni greco-latine medievali (Boezio e secc. XII-XIII) che essa si espande fino ad assumere quel significato di ‘essenza’ che segna la nascita ovvero l’ingresso di questo concetto nell’occidente latino, e che si svolge parallelamente all’ingresso del termine 'essentia'. Il contributo dimostra tale processo attraverso l’analisi delle traduzioni e dei testi aristotelici, boeziani (logici e teologici), tomisti. La nota trattazione boeziana sul termine 'natura' ("Contra Eutychen et Nestorium") approda a una quadripartizione che resterà canonica: 1) realtà esistente; 2) essenza; 3) sostanza, sia particolare che universale; 4) carattere proprio.
«Natura»: la nascita dell’essenza. Boezio e l’«Aristoteles latinus»,
SPINOSA, Giacinta Anna
2008-01-01
Abstract
Il contributo si incentra sull’emergere del nuovo significato di ‘essenza’ relativamente al termine latino 'natura', quale si verifica tra V e VI secolo, nell’opera e nei testi di Severino Boezio. A tal fine la trattazione prende le mosse dalle traduzioni greco-latine medievali di Aristotele (in Boezio e nei secoli XII e XIII), dove l’apparente uniformità della corrispondenza 'fysis' / 'natura' nasconde una problematica articolata. L’esame della polisemia di 'fysis' e di natura scopre la relativamente tarda comparsa del termine 'essentia', a lungo considerato un termine tecnico estraneo alla lingua latina, che vi entra più stabilmente a partire dalle controversie cristologiche e trinitarie del IV secolo (Ilario di Poitiers, Mario Vittorino). La scarsa presenza di 'essentia' nelle versioni greco-latine di Aristotele è la conferma di tutto ciò. 'Natura' è un termine generale, flessibile, talora vago o ambiguo, che si carica progressivamente di nuovi significati. E’ nelle versioni greco-latine medievali (Boezio e secc. XII-XIII) che essa si espande fino ad assumere quel significato di ‘essenza’ che segna la nascita ovvero l’ingresso di questo concetto nell’occidente latino, e che si svolge parallelamente all’ingresso del termine 'essentia'. Il contributo dimostra tale processo attraverso l’analisi delle traduzioni e dei testi aristotelici, boeziani (logici e teologici), tomisti. La nota trattazione boeziana sul termine 'natura' ("Contra Eutychen et Nestorium") approda a una quadripartizione che resterà canonica: 1) realtà esistente; 2) essenza; 3) sostanza, sia particolare che universale; 4) carattere proprio.File | Dimensione | Formato | |
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