Il governo della conoscenza non è una novità degli ultimi anni, se si considera l’ampio confronto sull’origine del sapere tra i filosofi dell’antica Grecia (Platone 369-388 a.C.; Aristotele 335 a.C.), ma la sua affermazione come scienza di gestione è recente e il suo sviluppo è avvenuto negli ultimi anni, anche se in modo discontinuo e spesso poco chiaro. Sembra quindi essenziale la costruzione di un quadro che definisca meglio il progetto di gestione della conoscenza, come primo passo per provare a integrare le diverse leve proposte nel tempo. Le principali leve, richiamate dagli studiosi di knowledge, per consentire un uso più continuo della conoscenza nella crescita dinamica dell’azienda, sono: la dimensione strategica, la dimensione culturale, la condivisione della conoscenza, lo sviluppo di progetti per la creazione della conoscenza, la dimensione strutturale, la dimensione tecnologica e lo sviluppo dei sistemi ICT dell’Information and Communication Technology. Rinviando alle successive analisi un commento sul rilievo dato nel tempo a queste dimensioni, vale la pena, in questa introduzione, soffermarsi sulle leve strategiche e culturali che sono alla base dell’avvio di un chiaro processo di valorizzazione della conoscenza. Attualmente il governo della conoscenza è particolarmente incentrato sulla valutazione della dimensione degli investimenti necessari per una sua più efficace gestione. L’uso del ritorno sugli investimenti per misurare l’effettivo vantaggio della conoscenza pone, com’è ovvio, un problema di calcolo e classificazione. Il governo della conoscenza va, infatti, considerato nel suo insieme tecnologico e strutturale, ma anche in quello strategico e culturale. Gli aspetti dell’ICT Information and Communication Technology sono probabilmente i più costosi e visibili, ma va tenuto sempre conto che l’istallazione di strumenti e programmi tecnologici non risolve del tutto lo sviluppo di creazione e gestione della conoscenza. In realtà il nodo centrale per lo sviluppo della conoscenza è la capacità di facilitare le relazioni tra persone, tra unità organizzative e tra aziende. Si deve tener conto che lo sviluppo di dinamiche sociali non sono di facile o immediata contabilizzazione per le aziende, ma certamente sono il più significativo riferimento nella creazione di un valore che si deve necessariamente esprimere con risultati materiali e immateriali.
Knowledge management e valore aziendale
MERCURIO, Lorenzo
2012-01-01
Abstract
Il governo della conoscenza non è una novità degli ultimi anni, se si considera l’ampio confronto sull’origine del sapere tra i filosofi dell’antica Grecia (Platone 369-388 a.C.; Aristotele 335 a.C.), ma la sua affermazione come scienza di gestione è recente e il suo sviluppo è avvenuto negli ultimi anni, anche se in modo discontinuo e spesso poco chiaro. Sembra quindi essenziale la costruzione di un quadro che definisca meglio il progetto di gestione della conoscenza, come primo passo per provare a integrare le diverse leve proposte nel tempo. Le principali leve, richiamate dagli studiosi di knowledge, per consentire un uso più continuo della conoscenza nella crescita dinamica dell’azienda, sono: la dimensione strategica, la dimensione culturale, la condivisione della conoscenza, lo sviluppo di progetti per la creazione della conoscenza, la dimensione strutturale, la dimensione tecnologica e lo sviluppo dei sistemi ICT dell’Information and Communication Technology. Rinviando alle successive analisi un commento sul rilievo dato nel tempo a queste dimensioni, vale la pena, in questa introduzione, soffermarsi sulle leve strategiche e culturali che sono alla base dell’avvio di un chiaro processo di valorizzazione della conoscenza. Attualmente il governo della conoscenza è particolarmente incentrato sulla valutazione della dimensione degli investimenti necessari per una sua più efficace gestione. L’uso del ritorno sugli investimenti per misurare l’effettivo vantaggio della conoscenza pone, com’è ovvio, un problema di calcolo e classificazione. Il governo della conoscenza va, infatti, considerato nel suo insieme tecnologico e strutturale, ma anche in quello strategico e culturale. Gli aspetti dell’ICT Information and Communication Technology sono probabilmente i più costosi e visibili, ma va tenuto sempre conto che l’istallazione di strumenti e programmi tecnologici non risolve del tutto lo sviluppo di creazione e gestione della conoscenza. In realtà il nodo centrale per lo sviluppo della conoscenza è la capacità di facilitare le relazioni tra persone, tra unità organizzative e tra aziende. Si deve tener conto che lo sviluppo di dinamiche sociali non sono di facile o immediata contabilizzazione per le aziende, ma certamente sono il più significativo riferimento nella creazione di un valore che si deve necessariamente esprimere con risultati materiali e immateriali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.