Durante il periodo giolittiano, con la formazione della Giunta Nathan, Roma aveva trovato una sua cifra nazionale. Il conflitto sociale, le tornate elettorali e la tensione internazionale determinarono una rapida trasformazione della sua fisionomia politica. La risposta del ceto medio alla Settimana rossa scosse la città e ad essa fece riscontro il tramonto della Giunta progressista, l'erosione del fronte non interventista, il coinvolgimento di molti giovani nella campagna nazionalista, l'emersione di una figura catalizzatrice come D'Annunzio. La fortuna di questi si profilava in modo progressivo e irresistibile non solo per la capacità comunicativa e la trasmissione di una religione politica fatta di miti che sintetizzavano classicità, epica risorgimentale e slancio nazionalista, ma anche per la povertà di leader politici carismatici. Mentre declinava l'idea internazionalista si faceva spazio nelle piazze al mito della nazione e della guerra. La temperatura politica si innalzò a tal punto da giungere a una guerra civile, interrotta solamente da una guerra nazionale. L'interventismo diede la percezione di una volontà popolare capace di imporsi attraverso la mobilitazione di massa nonostante la scelta dell'entrata in guerra fosse presa in altre sedi e a dispetto di una larga maggioranza del Paese ostile al conflitto.
L'ultimo anno di una pace incerta. Roma 1914-1915
DE NICOLÒ, Marco
2016-01-01
Abstract
Durante il periodo giolittiano, con la formazione della Giunta Nathan, Roma aveva trovato una sua cifra nazionale. Il conflitto sociale, le tornate elettorali e la tensione internazionale determinarono una rapida trasformazione della sua fisionomia politica. La risposta del ceto medio alla Settimana rossa scosse la città e ad essa fece riscontro il tramonto della Giunta progressista, l'erosione del fronte non interventista, il coinvolgimento di molti giovani nella campagna nazionalista, l'emersione di una figura catalizzatrice come D'Annunzio. La fortuna di questi si profilava in modo progressivo e irresistibile non solo per la capacità comunicativa e la trasmissione di una religione politica fatta di miti che sintetizzavano classicità, epica risorgimentale e slancio nazionalista, ma anche per la povertà di leader politici carismatici. Mentre declinava l'idea internazionalista si faceva spazio nelle piazze al mito della nazione e della guerra. La temperatura politica si innalzò a tal punto da giungere a una guerra civile, interrotta solamente da una guerra nazionale. L'interventismo diede la percezione di una volontà popolare capace di imporsi attraverso la mobilitazione di massa nonostante la scelta dell'entrata in guerra fosse presa in altre sedi e a dispetto di una larga maggioranza del Paese ostile al conflitto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.