L’articolo segna l’inizio della collaborazione (continuativa dal 1997 al 2008) con il CNR IRAT- Istituto di Ricerca sulle Attività del Terziario, Napoli – sui temi della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale come componente strutturale per una nuova offerta di turismo. Il lavoro affronta le problematiche inerenti la ridefinizione della città di Napoli – all’epoca recentemente rivitalizzata dal G7 (1994) – come “città d’arte”. Fino al 1994, il dibattito culturale e scientifico aveva, infatti, escluso che Napoli, pur ricca di testimonianze d’arte e di patrimonio culturale, potesse essere definita “città d’arte”, considerando il suo turismo culturale un fenomeno povero quantitativamente e qualitativamente (Giura-di Maio- Marrelli, 1994). Ancora nel 1996, secondo una indagine CIRM, per i turisti stranieri i motivi per visitare Napoli erano quelli tradizionali: clima, Vesuvio, atmosfera, la “gente”, lo stile di vita. In base all’analisi dei flussi, che dal 1960 al 1993 si erano dimezzati e per la prima volta in quegli anni erano in (sia pur modesta) risalita, la città era altresì definita “riemergente”. Il lavoro indaga, quindi, le politiche turistiche, che in quel momento stavano lanciando con successo una operazione di profondo cambio di immagine: da romantica città delle bellezze naturali a città d’arte e di cultura.
Integration policies between culture and tourism in a re-emerging city: the case of Naples
STAZIO, Marialuisa;
1996-01-01
Abstract
L’articolo segna l’inizio della collaborazione (continuativa dal 1997 al 2008) con il CNR IRAT- Istituto di Ricerca sulle Attività del Terziario, Napoli – sui temi della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale come componente strutturale per una nuova offerta di turismo. Il lavoro affronta le problematiche inerenti la ridefinizione della città di Napoli – all’epoca recentemente rivitalizzata dal G7 (1994) – come “città d’arte”. Fino al 1994, il dibattito culturale e scientifico aveva, infatti, escluso che Napoli, pur ricca di testimonianze d’arte e di patrimonio culturale, potesse essere definita “città d’arte”, considerando il suo turismo culturale un fenomeno povero quantitativamente e qualitativamente (Giura-di Maio- Marrelli, 1994). Ancora nel 1996, secondo una indagine CIRM, per i turisti stranieri i motivi per visitare Napoli erano quelli tradizionali: clima, Vesuvio, atmosfera, la “gente”, lo stile di vita. In base all’analisi dei flussi, che dal 1960 al 1993 si erano dimezzati e per la prima volta in quegli anni erano in (sia pur modesta) risalita, la città era altresì definita “riemergente”. Il lavoro indaga, quindi, le politiche turistiche, che in quel momento stavano lanciando con successo una operazione di profondo cambio di immagine: da romantica città delle bellezze naturali a città d’arte e di cultura.File | Dimensione | Formato | |
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