Il testo isola, nella sterminata galassia delle nuove forme di lavoro, alcune forme di “consumo produttivo” in cui la produzione di senso diviene produzione di valore, accomunate dall’essere legate a processi comunicativi: dalla “watching activity”, che trasforma il consumatore televisivo in merce audience, alla produzione del “valore d’uso” della merce audience – già evidenziate da Smythe (1977) e dal successivo Blindspot Debate – fino alle attività comunicative durante le quali il consumatore valorizza merci e marchi (es. Ardivsson). Il testo si concentra, infine, su alcune forme di alter consumo (Lipovetsky 2006) – che potrebbero essere chiamate, mutuando la terminologia da Ulrich Beck (2006), consumo sub-politico – nelle quali i consumatori scelgono di riappropriarsi di una parte del “lavoro libero” dedicato alla costruzione di sé come consumatori (e quindi anche al proprio valore di scambio come merce audience) e alla costruzione della reputazione delle merci e alla loro semantizzazione sociale, ed utilizzano il peso del valore economico della produzione di senso per mettere in discussione gli equilibri politici, i rapporti di produzione, di scambio, di forza, di potere, nel mercato “globale”.
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Titolo: | Consumatori di tutto il mondo unitevi. Ipotesi sul Mondo Nuovo, Quaderni Cirsdig |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2009 |
Abstract: | Il testo isola, nella sterminata galassia delle nuove forme di lavoro, alcune forme di “consumo produttivo” in cui la produzione di senso diviene produzione di valore, accomunate dall’essere legate a processi comunicativi: dalla “watching activity”, che trasforma il consumatore televisivo in merce audience, alla produzione del “valore d’uso” della merce audience – già evidenziate da Smythe (1977) e dal successivo Blindspot Debate – fino alle attività comunicative durante le quali il consumatore valorizza merci e marchi (es. Ardivsson). Il testo si concentra, infine, su alcune forme di alter consumo (Lipovetsky 2006) – che potrebbero essere chiamate, mutuando la terminologia da Ulrich Beck (2006), consumo sub-politico – nelle quali i consumatori scelgono di riappropriarsi di una parte del “lavoro libero” dedicato alla costruzione di sé come consumatori (e quindi anche al proprio valore di scambio come merce audience) e alla costruzione della reputazione delle merci e alla loro semantizzazione sociale, ed utilizzano il peso del valore economico della produzione di senso per mettere in discussione gli equilibri politici, i rapporti di produzione, di scambio, di forza, di potere, nel mercato “globale”. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11580/4271 |
ISBN: | 9788895356280 |
Appare nelle tipologie: | 3.1 Monografia o trattato scientifico |