Nella monografia - La circolazione volontaria e legale del contratto – si analizza, sulla base di una prospettiva sistematica, il tema della circolazione del contratto allo scopo di superare talune incongruenze interpretative che sembrano emergere nello studio della disciplina delle successioni legali o di settore rispetto a quelle volontarie (e viceversa). In questa direzione nel primo capitolo si sottopone a revisione critica il tradizionale orientamento che configura anche le cessioni del contratto non liberatorie per il cedente quali negozi costantemente e necessariamente trilaterali. L’indagine e le soluzioni proposte tengono conto: della ricostruzione del rapporto obbligatorio quale relazione tra situazioni giuridiche complesse e del ruolo svolto all’interno dell’obbligazione dai c.dd. obblighi di protezione; delle sollecitazioni provenienti dall’esperienza tedesca e dalla normativa di derivazione comunitaria; del rilievo secondo cui nell’ambito delle discipline di settore la previsione di negozi bilaterali di cessione ovvero di successioni ex lege è bilanciata di regola dalla mancata liberazione del cedente (ad es. art. 32 l. 392 del 1978 in tema di cessioni di rapporti locativi contestuali a trasferimenti d’azienda; art. 89 Codice del consumo in tema di cessione di contratti aventi ad oggetto pacchetti turistici); del principio della protezione delle sfere giuridiche individuali; della considerazione che parte della dottrina tende ad evidenziare il ruolo diversificato che il consenso del ceduto può assumere nelle vicende circolatorie del contratto; dell’orientamento in base al quale la presunzione di vessatorietà delle clausole di consenso preventivo del consumatore alla sostituzione nel contratto del professionista ex art. 33, comma 2, lett. s, Codice del consumo non opera nel caso di espressa previsione della mancata liberazione del professionista-cedente. Nel secondo capitolo, prevalentemente dedicato all’analisi di taluni profili della cessione del contratto nella disciplina delle locazioni di immobili urbani, si prospetta la diretta applicabilità a dette fattispecie di disposizioni relative alla disciplina generale della cessione del contratto, nonché la rilevanza che può a sua volta assumere la riferita normativa, come altre c.dd. di settore, nella interpretazione dell’art. 1406 ss. c.c. Particolare attenzione è riservata: al tema della responsabilità del coniuge-cedente nelle fattispecie di cui all’art. 6, comma 3, l. 392 del 1978; al problema della forma dell’accordo relativo al trasferimento del rapporto locativo e a quello della necessità o meno della comunicazione dell’avvenuta cessione al ceduto; al regime della responsabilità dei c.dd. cessionari intermedi nei plurimi trasferimenti contestuali dell’azienda e del contratto di locazione ex art. 36 l. 392 del 1978. Nel terzo capitolo, anche alla luce delle indicazioni ricavabili dalla disciplina c.d. fallimentare e dei trasferimenti d’azienda, si verifica l’ammissibilità della circolazione di contratti unilaterali o bilaterali eseguiti ex uno latere, prospettando la conclusione che la cessione del contratto presuppone il subingresso in situazioni soggettive complesse caratterizzate nel loro contenuto programmatico dal nesso di corrispettività, sí che essa appare configurabile soltanto qualora in concreto le prestazioni, seppure parzialmente adempiute, non risultino, tanto dal lato del cedente quanto dal lato del ceduto, interamente eseguite. Su questa linea l’indagine si sofferma: sulla cessione della c.d. posizione contrattuale attiva; sull’effetto traslativo quale limite alla successione nei contratti ad effetti reali; sulla cedibilità del mutuo oneroso; sul trasferimento parziale del credito e del contratto; sui rapporti tra fideiussione e art. 1263 c.c.; sulla circolazione della clausola compromissoria; sul subentro dell’acquirente dell’azienda nei contratti eseguiti ex utroque latere, con riferimento anche alla disciplina di cui all’art. 58 t.u.b.
La circolazione volontaria e legale del contratto
RECINTO, Giuseppe
2008-01-01
Abstract
Nella monografia - La circolazione volontaria e legale del contratto – si analizza, sulla base di una prospettiva sistematica, il tema della circolazione del contratto allo scopo di superare talune incongruenze interpretative che sembrano emergere nello studio della disciplina delle successioni legali o di settore rispetto a quelle volontarie (e viceversa). In questa direzione nel primo capitolo si sottopone a revisione critica il tradizionale orientamento che configura anche le cessioni del contratto non liberatorie per il cedente quali negozi costantemente e necessariamente trilaterali. L’indagine e le soluzioni proposte tengono conto: della ricostruzione del rapporto obbligatorio quale relazione tra situazioni giuridiche complesse e del ruolo svolto all’interno dell’obbligazione dai c.dd. obblighi di protezione; delle sollecitazioni provenienti dall’esperienza tedesca e dalla normativa di derivazione comunitaria; del rilievo secondo cui nell’ambito delle discipline di settore la previsione di negozi bilaterali di cessione ovvero di successioni ex lege è bilanciata di regola dalla mancata liberazione del cedente (ad es. art. 32 l. 392 del 1978 in tema di cessioni di rapporti locativi contestuali a trasferimenti d’azienda; art. 89 Codice del consumo in tema di cessione di contratti aventi ad oggetto pacchetti turistici); del principio della protezione delle sfere giuridiche individuali; della considerazione che parte della dottrina tende ad evidenziare il ruolo diversificato che il consenso del ceduto può assumere nelle vicende circolatorie del contratto; dell’orientamento in base al quale la presunzione di vessatorietà delle clausole di consenso preventivo del consumatore alla sostituzione nel contratto del professionista ex art. 33, comma 2, lett. s, Codice del consumo non opera nel caso di espressa previsione della mancata liberazione del professionista-cedente. Nel secondo capitolo, prevalentemente dedicato all’analisi di taluni profili della cessione del contratto nella disciplina delle locazioni di immobili urbani, si prospetta la diretta applicabilità a dette fattispecie di disposizioni relative alla disciplina generale della cessione del contratto, nonché la rilevanza che può a sua volta assumere la riferita normativa, come altre c.dd. di settore, nella interpretazione dell’art. 1406 ss. c.c. Particolare attenzione è riservata: al tema della responsabilità del coniuge-cedente nelle fattispecie di cui all’art. 6, comma 3, l. 392 del 1978; al problema della forma dell’accordo relativo al trasferimento del rapporto locativo e a quello della necessità o meno della comunicazione dell’avvenuta cessione al ceduto; al regime della responsabilità dei c.dd. cessionari intermedi nei plurimi trasferimenti contestuali dell’azienda e del contratto di locazione ex art. 36 l. 392 del 1978. Nel terzo capitolo, anche alla luce delle indicazioni ricavabili dalla disciplina c.d. fallimentare e dei trasferimenti d’azienda, si verifica l’ammissibilità della circolazione di contratti unilaterali o bilaterali eseguiti ex uno latere, prospettando la conclusione che la cessione del contratto presuppone il subingresso in situazioni soggettive complesse caratterizzate nel loro contenuto programmatico dal nesso di corrispettività, sí che essa appare configurabile soltanto qualora in concreto le prestazioni, seppure parzialmente adempiute, non risultino, tanto dal lato del cedente quanto dal lato del ceduto, interamente eseguite. Su questa linea l’indagine si sofferma: sulla cessione della c.d. posizione contrattuale attiva; sull’effetto traslativo quale limite alla successione nei contratti ad effetti reali; sulla cedibilità del mutuo oneroso; sul trasferimento parziale del credito e del contratto; sui rapporti tra fideiussione e art. 1263 c.c.; sulla circolazione della clausola compromissoria; sul subentro dell’acquirente dell’azienda nei contratti eseguiti ex utroque latere, con riferimento anche alla disciplina di cui all’art. 58 t.u.b.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.