Il saggio si propone di verificare, nell’àmbito del più ampio fenomeno delle tecniche di risoluzione alternativa delle controversie, l’utilità della mediazione quale strumento di gestione alternativa della conflittualità in materia ambientale. In tale prospettiva, si osserva come l’introduzione della mediazione nella sfera dei conflitti ambientali rappresenti un cambiamento di approccio importante, specie se si considera che una delle note distintive della mediazione ambientale è rappresentata dal fatto di trattare conflitti relativi al rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione (materia del contendere sono, infatti, il più delle volte, interessi, per così dire, “diffusi”). In tale ottica, si osserva come la mediazione ambientale potrebbe rappresentare un’occasione di ridefinizione del rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione, attraverso l’utilizzo di tecniche di “progettazione partecipata”, usate già da tempo in altri Stati, in grado di valorizzare il patrimonio di conoscenza degli abitanti e di chi opera e lavora nel territorio, per costruire progetti di riqualificazione condivisi.

Mediazione e conflitti ambientali

PORCELLI, Maria
2012-01-01

Abstract

Il saggio si propone di verificare, nell’àmbito del più ampio fenomeno delle tecniche di risoluzione alternativa delle controversie, l’utilità della mediazione quale strumento di gestione alternativa della conflittualità in materia ambientale. In tale prospettiva, si osserva come l’introduzione della mediazione nella sfera dei conflitti ambientali rappresenti un cambiamento di approccio importante, specie se si considera che una delle note distintive della mediazione ambientale è rappresentata dal fatto di trattare conflitti relativi al rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione (materia del contendere sono, infatti, il più delle volte, interessi, per così dire, “diffusi”). In tale ottica, si osserva come la mediazione ambientale potrebbe rappresentare un’occasione di ridefinizione del rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione, attraverso l’utilizzo di tecniche di “progettazione partecipata”, usate già da tempo in altri Stati, in grado di valorizzare il patrimonio di conoscenza degli abitanti e di chi opera e lavora nel territorio, per costruire progetti di riqualificazione condivisi.
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