Per lungo tempo, il patrimonio, giuridicamente inteso, è stato concepito quale «totalità dei rapporti» imputabili ad un unico soggetto e tale quadro concettuale – corollario della costruzione classica delle situazioni soggettive dominicali fondata sul binomio soggetto-bene – è alla base del medesimo art. 2740, primo comma, c.c., il quale esprime, com’è noto, il principio dell’unicità ed indivisibilità del patrimonio. Tuttavia, proprio tale concezione di stampo familiare e di respiro angusto, consegnataci dalla tradizione dommatica, appare piuttosto inadeguata a spiegare le sempre piú numerose fattispecie di limitazione della responsabilità patrimoniale del debitore presenti nell’ordinamento giuridico vigente che, viceversa, ad un’attenta analisi, sembrano costituire l’esplicito riconoscimento dell’ammissibilità di una parcellizzazione del patrimonio in piú rapporti giuridici tendenzialmente autonomi ed indipendenti tra loro, suscettibili di divisione e di separata circolazione. Sulla scorta di tali premesse, il lavoro si propone una rilettura sistematica della disciplina della responsabilità patrimoniale del debitore, della quale si individuano – anche in chiave diacronica – il contenuto e le vicende ordinamentali sino agli svolgimenti piú attuali. In particolare, l’obiettivo dell’indagine è quello di comprendere se e in che misura la legislazione in materia di patrimoni separati, specie quella più recente, e le esigenze alla stessa sottese, debbano indurre l’interprete a sottoporre a vaglio critico il fondamento stesso della tradizionale nozione di garanzia patrimoniale. Il tutto nel segno del passaggio da una concezione statica del patrimonio – abituata a leggere le relative vicende esclusivamente in termini di imputazione – ad una configurazione dinamica dello stesso, attenta alla funzione, all’attività e, dunque, alla destinazione, nonchè al ruolo dell’autonomia negoziale rispetto alle nuove forme dispositive del patrimonio.

Profili evolutivi della responsabilità patrimoniale

PORCELLI, Maria
2011-01-01

Abstract

Per lungo tempo, il patrimonio, giuridicamente inteso, è stato concepito quale «totalità dei rapporti» imputabili ad un unico soggetto e tale quadro concettuale – corollario della costruzione classica delle situazioni soggettive dominicali fondata sul binomio soggetto-bene – è alla base del medesimo art. 2740, primo comma, c.c., il quale esprime, com’è noto, il principio dell’unicità ed indivisibilità del patrimonio. Tuttavia, proprio tale concezione di stampo familiare e di respiro angusto, consegnataci dalla tradizione dommatica, appare piuttosto inadeguata a spiegare le sempre piú numerose fattispecie di limitazione della responsabilità patrimoniale del debitore presenti nell’ordinamento giuridico vigente che, viceversa, ad un’attenta analisi, sembrano costituire l’esplicito riconoscimento dell’ammissibilità di una parcellizzazione del patrimonio in piú rapporti giuridici tendenzialmente autonomi ed indipendenti tra loro, suscettibili di divisione e di separata circolazione. Sulla scorta di tali premesse, il lavoro si propone una rilettura sistematica della disciplina della responsabilità patrimoniale del debitore, della quale si individuano – anche in chiave diacronica – il contenuto e le vicende ordinamentali sino agli svolgimenti piú attuali. In particolare, l’obiettivo dell’indagine è quello di comprendere se e in che misura la legislazione in materia di patrimoni separati, specie quella più recente, e le esigenze alla stessa sottese, debbano indurre l’interprete a sottoporre a vaglio critico il fondamento stesso della tradizionale nozione di garanzia patrimoniale. Il tutto nel segno del passaggio da una concezione statica del patrimonio – abituata a leggere le relative vicende esclusivamente in termini di imputazione – ad una configurazione dinamica dello stesso, attenta alla funzione, all’attività e, dunque, alla destinazione, nonchè al ruolo dell’autonomia negoziale rispetto alle nuove forme dispositive del patrimonio.
2011
9788849521436
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