In seguito ai due eventi di Ml 5,4 e 5,3 della sequenza sismica del 31 Ottobre-1 Novembre 2002, sono state osservate significative disomogeneità nella distribuzione del danno. Il caso più eclatante è rappresentato dall’abitato di San Giuliano di Puglia, caratterizzato da un marcato contrasto fra aree con edifici distrutti ed altre solo lievemente danneggiate in contiguità fra loro. Anomalie nella distribuzione del danno sono state riscontrate anche in centri attigui prossimi alle zone epicentrali. La massima intensità MCS di VIII-IX grado è stata attribuita a San Giuliano di Puglia, mentre agli abitati di Bonefro e Colletorto, siti a qualche chilometro da San Giuliano di Puglia, sono stati assegnati rispettivamente i gradi di VII e VI-VII MCS. In nessun caso sono stati assegnati i gradi intermedi di VII-VIII e VIII. Queste “anomalie” hanno suggerito che alcuni potenziali fattori locali, quali le caratteristiche geologiche del sottosuolo, i dissesti franosi o le caratteristiche del costruito, abbiano fortemente condizionato l’entità e la distribuzione dei danni. Al fine di identificare e definire il ruolo di questi potenziali fattori di amplificazione locale, è stata condotta un’indagine geologica multidisciplinare (stratigrafica, biostratigrafica, geologico-strutturale e geomorfologica) che ha interessato il territorio di San Giuliano di Puglia e altri centri fra i più colpiti dalla sequenza sismica (Ripabottoni, Morrone del Sannio, Pietramontecorvino e Castellino del Biferno). L’esame dei dati acquisiti, ha evidenziato nel caso di San Giuliano di Puglia, una relazione diretta tra danneggiamento e caratteristiche geologico-strutturali e litologiche dei terreni di fondazione. Negli altri centri esaminati gli effetti di sito risultano generalmente moderati e condizionati da fenomeni franosi preesistenti.

Assetto geologico geomorfologico ed effetti di sito a San Giuliano di Puglia e in altri abitati colpiti dal terremoto molisano dell'Ottobre Novembre 2002.

SAROLI, Michele;
2004-01-01

Abstract

In seguito ai due eventi di Ml 5,4 e 5,3 della sequenza sismica del 31 Ottobre-1 Novembre 2002, sono state osservate significative disomogeneità nella distribuzione del danno. Il caso più eclatante è rappresentato dall’abitato di San Giuliano di Puglia, caratterizzato da un marcato contrasto fra aree con edifici distrutti ed altre solo lievemente danneggiate in contiguità fra loro. Anomalie nella distribuzione del danno sono state riscontrate anche in centri attigui prossimi alle zone epicentrali. La massima intensità MCS di VIII-IX grado è stata attribuita a San Giuliano di Puglia, mentre agli abitati di Bonefro e Colletorto, siti a qualche chilometro da San Giuliano di Puglia, sono stati assegnati rispettivamente i gradi di VII e VI-VII MCS. In nessun caso sono stati assegnati i gradi intermedi di VII-VIII e VIII. Queste “anomalie” hanno suggerito che alcuni potenziali fattori locali, quali le caratteristiche geologiche del sottosuolo, i dissesti franosi o le caratteristiche del costruito, abbiano fortemente condizionato l’entità e la distribuzione dei danni. Al fine di identificare e definire il ruolo di questi potenziali fattori di amplificazione locale, è stata condotta un’indagine geologica multidisciplinare (stratigrafica, biostratigrafica, geologico-strutturale e geomorfologica) che ha interessato il territorio di San Giuliano di Puglia e altri centri fra i più colpiti dalla sequenza sismica (Ripabottoni, Morrone del Sannio, Pietramontecorvino e Castellino del Biferno). L’esame dei dati acquisiti, ha evidenziato nel caso di San Giuliano di Puglia, una relazione diretta tra danneggiamento e caratteristiche geologico-strutturali e litologiche dei terreni di fondazione. Negli altri centri esaminati gli effetti di sito risultano generalmente moderati e condizionati da fenomeni franosi preesistenti.
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