L’articolo intende percorrere, sulla base delle testimonianze grafiche giunte fino a noi, alcuni episodi del territorio governato dall’Abbazia di Montecassino, cioè la Terra di S. Benedetto che si è andata strutturando nel corso dei secoli in comprensori omogenei, i cui elementi generanti hanno determinato il “disegno” del territorio e del paesaggio di quello che oggi è il Lazio meridionale. Su questo territorio, nato nell’VIII secolo da varie donazioni e cospicue concessioni territoriali delle contee di Aquino, Teano, Comino, Venafro e del ducato di Gaeta, gli abati hanno fatto sorgere, nelle zone più fertili e popolate, una serie di piccoli monasteri, detti anche cellae. Questi primi nuclei hanno rappresentato una precisa organizzazione fondiaria strutturata sull’organizzazione della curtis romana, ogni singolo elemento infatti tendeva a realizzare la completa autosufficienza economica oltre che un forte connubio fra vita religiosa e sociale, pur continuando a dipendere dalla curtis major individuata nel monastero del Divino Salvatore. Questo elemento centrale del governo curtense, ai piedi del monte su cui ancora oggi sorge Montecassino, nei pressi del foro e del mercato della città romana di Casinum, divenne la sede temporale dell’abbazia nel IX secolo, quando l’abate Bertario costruì intorno ad esso una nuova città chiamata Eulogimenopolis, ossia città di Benedetto, che in seguito prese il nome di S. Germano. Il risultato di questa impostazione di governo si è concretizzato in una precisa pianificazione territoriale a largo raggio, che ha consentito la strutturazione di un territorio omogeneo con una rete di nuclei protourbani che ha influenzato tutta la formazione del territorio.
La Terra Sancti Benedicti: origine e sviluppo del territorio governato da Montecassino
CIGOLA, Michela
2008-01-01
Abstract
L’articolo intende percorrere, sulla base delle testimonianze grafiche giunte fino a noi, alcuni episodi del territorio governato dall’Abbazia di Montecassino, cioè la Terra di S. Benedetto che si è andata strutturando nel corso dei secoli in comprensori omogenei, i cui elementi generanti hanno determinato il “disegno” del territorio e del paesaggio di quello che oggi è il Lazio meridionale. Su questo territorio, nato nell’VIII secolo da varie donazioni e cospicue concessioni territoriali delle contee di Aquino, Teano, Comino, Venafro e del ducato di Gaeta, gli abati hanno fatto sorgere, nelle zone più fertili e popolate, una serie di piccoli monasteri, detti anche cellae. Questi primi nuclei hanno rappresentato una precisa organizzazione fondiaria strutturata sull’organizzazione della curtis romana, ogni singolo elemento infatti tendeva a realizzare la completa autosufficienza economica oltre che un forte connubio fra vita religiosa e sociale, pur continuando a dipendere dalla curtis major individuata nel monastero del Divino Salvatore. Questo elemento centrale del governo curtense, ai piedi del monte su cui ancora oggi sorge Montecassino, nei pressi del foro e del mercato della città romana di Casinum, divenne la sede temporale dell’abbazia nel IX secolo, quando l’abate Bertario costruì intorno ad esso una nuova città chiamata Eulogimenopolis, ossia città di Benedetto, che in seguito prese il nome di S. Germano. Il risultato di questa impostazione di governo si è concretizzato in una precisa pianificazione territoriale a largo raggio, che ha consentito la strutturazione di un territorio omogeneo con una rete di nuclei protourbani che ha influenzato tutta la formazione del territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.