Il saggio propone una riflessione sul rapporto di Piero Gobetti con la musica: un incontro “mancato”, stando a quello che sembra emergere dai suoi scritti dati alle stampe, tra i quali non figura alcun testo espressamente dedicato all’analisi di opere, eventi o fenomeni musicali. Il dato è abbastanza singolare, se si pensa alla straordinaria vitalità dell’ambiente musicale della Torino in cui egli si trovò ad operare; soprattutto se si considera che Gobetti non ha mai inteso circoscrivere la sua militanza intellettuale nell’ambito dell’analisi storiografica e della battaglia politica, ma si è dedicato con pari vigore all’esercizio della riflessione critica nel campo della letteratura, della filosofia, del teatro e delle arti figurative. L’indagine potrebbe arrestarsi a questo punto, se ciò che emerge dalla valutazione della sua attività pubblica non fosse bilanciato da una vera e propria irruzione della musica nelle sue vicende private: numerosi accenni alla musica compaiono infatti nei suoi diari e nel suo carteggio con la fidanzata Ada Prospero. Attraverso l’analisi di questi passi, sottoposti a un delicato lavoro di contestualizzazione e ricostruzione interpretativa, il rapporto di Gobetti con la musica viene inquadrato nel contesto della realtà culturale dell’epoca e posto in relazione alla diversa considerazione del ruolo sociale e culturale della musica che emerge dagli scritti di alcuni suoi importanti amici e “compagni di strada” come Debenedetti, Gramsci e Montale.

"Mi sforzavo di sentire": Piero Gobetti, Ada e la musica

PASTICCI, Susanna
2006-01-01

Abstract

Il saggio propone una riflessione sul rapporto di Piero Gobetti con la musica: un incontro “mancato”, stando a quello che sembra emergere dai suoi scritti dati alle stampe, tra i quali non figura alcun testo espressamente dedicato all’analisi di opere, eventi o fenomeni musicali. Il dato è abbastanza singolare, se si pensa alla straordinaria vitalità dell’ambiente musicale della Torino in cui egli si trovò ad operare; soprattutto se si considera che Gobetti non ha mai inteso circoscrivere la sua militanza intellettuale nell’ambito dell’analisi storiografica e della battaglia politica, ma si è dedicato con pari vigore all’esercizio della riflessione critica nel campo della letteratura, della filosofia, del teatro e delle arti figurative. L’indagine potrebbe arrestarsi a questo punto, se ciò che emerge dalla valutazione della sua attività pubblica non fosse bilanciato da una vera e propria irruzione della musica nelle sue vicende private: numerosi accenni alla musica compaiono infatti nei suoi diari e nel suo carteggio con la fidanzata Ada Prospero. Attraverso l’analisi di questi passi, sottoposti a un delicato lavoro di contestualizzazione e ricostruzione interpretativa, il rapporto di Gobetti con la musica viene inquadrato nel contesto della realtà culturale dell’epoca e posto in relazione alla diversa considerazione del ruolo sociale e culturale della musica che emerge dagli scritti di alcuni suoi importanti amici e “compagni di strada” come Debenedetti, Gramsci e Montale.
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