Il recupero a museo di una piccola porzione del complesso monumentale della cattedrale di S. Antimo a Piombino si articola in più momenti tra loro diversi. Il primo riguarda il “museo esterno” organizzato nel chiostro e nell’ex sepolcreto; il secondo il “museo interno”, sistemato in tre ambienti attigui alla sacrestia. Nel chiostro gli interventi sono ridotti all’essenziale. Con riferimento al “dispositivo museale”, si riducono all’inserimento di una guida di supporto per i pezzi esposti, incassata a muro, rivestita in pietra serena levigata o bocciardata ed estesa per una parte della parete che separa le sale interne dal chiostro. Nell’ex sepolcreto il riuso degli spazi all’aperto ha risvolti diversi connessi alla necessità di interdirne il libero accesso, di facilitarne la fruizione e di consentirne in parte l’allestimento per l’esposizione di alcuni pezzi. La riconfigurazione della recinzione esistente con la realizzazione dell’ingresso principale al museo da via del Coro ha indotto ad evidenziarne la presenza facendo ricorso a più espedienti architettonici tra cui un muro d’angolo, fortemente caratterizzato. L’opportunità di concentrare gli spazi espositivi esterni in continuità con quelli interni ha comportato la realizzazione di un percorso pavimentato che parte dall’ingresso, attraversa le aree del cortile sistemate a prato e si conclude in prossimità delle volumetrie aggiunte nel 1933. Nei tre ambienti del “museo interno” prevale l’esigenza di dare identità al percorso espositivo. Di qui la evidente riconfigurazione dei vani murari, i misurati tagli nelle pareti, il raffinato disegno delle parti pavimentate in pietra, l’ efficace modulazione della luce artificiale ottenuta a prezzo di modeste ma controllate alterazioni del profilo delle sale. Infine l’allestimento in legno di cipresso e acciaio che mai prevale sui pezzi esposti il cui ordinamento risponde a raggruppamenti tematici, cronologici e stilistici.

Il Museo Guardi, Piombino

ZORDAN, Marcello
2004-01-01

Abstract

Il recupero a museo di una piccola porzione del complesso monumentale della cattedrale di S. Antimo a Piombino si articola in più momenti tra loro diversi. Il primo riguarda il “museo esterno” organizzato nel chiostro e nell’ex sepolcreto; il secondo il “museo interno”, sistemato in tre ambienti attigui alla sacrestia. Nel chiostro gli interventi sono ridotti all’essenziale. Con riferimento al “dispositivo museale”, si riducono all’inserimento di una guida di supporto per i pezzi esposti, incassata a muro, rivestita in pietra serena levigata o bocciardata ed estesa per una parte della parete che separa le sale interne dal chiostro. Nell’ex sepolcreto il riuso degli spazi all’aperto ha risvolti diversi connessi alla necessità di interdirne il libero accesso, di facilitarne la fruizione e di consentirne in parte l’allestimento per l’esposizione di alcuni pezzi. La riconfigurazione della recinzione esistente con la realizzazione dell’ingresso principale al museo da via del Coro ha indotto ad evidenziarne la presenza facendo ricorso a più espedienti architettonici tra cui un muro d’angolo, fortemente caratterizzato. L’opportunità di concentrare gli spazi espositivi esterni in continuità con quelli interni ha comportato la realizzazione di un percorso pavimentato che parte dall’ingresso, attraversa le aree del cortile sistemate a prato e si conclude in prossimità delle volumetrie aggiunte nel 1933. Nei tre ambienti del “museo interno” prevale l’esigenza di dare identità al percorso espositivo. Di qui la evidente riconfigurazione dei vani murari, i misurati tagli nelle pareti, il raffinato disegno delle parti pavimentate in pietra, l’ efficace modulazione della luce artificiale ottenuta a prezzo di modeste ma controllate alterazioni del profilo delle sale. Infine l’allestimento in legno di cipresso e acciaio che mai prevale sui pezzi esposti il cui ordinamento risponde a raggruppamenti tematici, cronologici e stilistici.
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