La Via Aurelia, pilastro infrastrutturale romano, continua a suscitare l’interesse degli studiosi di topografia a antica. A partire dal fondamentale studio del 1968 dell’Istituto di Topografia a Antica dell’Università Sapienza di Roma, e fino a tempi recenti, l’attenzione si è concentrata soprattutto sui primi secoli di vita della strada. Questo volume propone un’analisi complessiva del tratto da Roma a Cosa, lungo la costa dell’Etruria meridionale, integrando in modo innovativo fonti archeologiche, itinerarie, cartografiche e letterarie per restituire una visione d’insieme dell’evoluzione del tracciato nel tempo. Superando la visione pessimistica accreditata dal poeta Rutilio Namaziano agli inizi del V secolo d.C., lo studio delinea una storia più articolata dell’età post-classica, in cui nuove evidenze archeologiche rivelano vitalità, adattamento e continuità d’uso della strada. L’indagine, fondata su metodi consolidati della topografia antica e dell’archeologia dei paesaggi e su approcci innovativi alla mobilità storica, offre una lettura critica di fonti di varia natura e ricompone un paesaggio dinamico di mobilità e interazioni tra età romana e altomedievale. Quest’opera ridefinisce il significato storico della Via Aurelia, contribuendo al dibattito sulle infrastrutture, la connettività e le trasformazioni culturali dell’antichità, e testimonia la perdurante eredità delle strade romane nel modellare il tessuto socio-economico dei territori attraversati .

La via Aurelia da Roma a Cosa. Biografia di un sistema di comunicazione tra età romana e primo medioevo

Cristina Corsi
2025-01-01

Abstract

La Via Aurelia, pilastro infrastrutturale romano, continua a suscitare l’interesse degli studiosi di topografia a antica. A partire dal fondamentale studio del 1968 dell’Istituto di Topografia a Antica dell’Università Sapienza di Roma, e fino a tempi recenti, l’attenzione si è concentrata soprattutto sui primi secoli di vita della strada. Questo volume propone un’analisi complessiva del tratto da Roma a Cosa, lungo la costa dell’Etruria meridionale, integrando in modo innovativo fonti archeologiche, itinerarie, cartografiche e letterarie per restituire una visione d’insieme dell’evoluzione del tracciato nel tempo. Superando la visione pessimistica accreditata dal poeta Rutilio Namaziano agli inizi del V secolo d.C., lo studio delinea una storia più articolata dell’età post-classica, in cui nuove evidenze archeologiche rivelano vitalità, adattamento e continuità d’uso della strada. L’indagine, fondata su metodi consolidati della topografia antica e dell’archeologia dei paesaggi e su approcci innovativi alla mobilità storica, offre una lettura critica di fonti di varia natura e ricompone un paesaggio dinamico di mobilità e interazioni tra età romana e altomedievale. Quest’opera ridefinisce il significato storico della Via Aurelia, contribuendo al dibattito sulle infrastrutture, la connettività e le trasformazioni culturali dell’antichità, e testimonia la perdurante eredità delle strade romane nel modellare il tessuto socio-economico dei territori attraversati .
2025
978-1-80583-188-4
978-1-80583-189-1
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