Prima di entrare a pieno titolo e con autonomia (non più in rapporto alla paleografia, alla pittura, alla documentazione storica e di costume) nella storia dell’arte, con Franz Wickhoff, e dopo gli elitari interessi antiquari e collezionistici del XVIII secolo e dei primi anni del XIX, la miniatura vive, grazie ai progressi delle tecniche di riproduzione, alla diffusione di manuali, di prodotti del fai-dai-te, di corsi amatoriali e di riviste specializzate, un fenomeno di larga diffusione, che raggiunge il suo apice alla fine dell’Ottocento. Nel corso della seconda metà del XIX secolo il revival della miniatura medievale assume, soprattutto in Francia e in Inghilterra, una caratterizzazione sempre più ‘borghese’ e ‘domestica’, fino a diventare “l’art des femmes par excellence”, espressione di una più generale dicotomia sociale tra sfera maschile e sfera femminile, tra spazio pubblico e spazio privato, che investe anche la divisione delle arti. Sarà sempre in un ambito prevalentemente femminile, questa volta nei chiostri legati agli ambienti dell’ultramontanismo, del corporativismo cristiano e della rinascita monastica, che la miniatura sopravviverà, riconquistando un’importante funzione di legittimazione e di strumento politico, fino alla seconda Guerra mondiale.
Femmes-au-foyer - femmes cloîtrées. Le donne e il revival della miniatura medievale
OROFINO, Giulia
2008-01-01
Abstract
Prima di entrare a pieno titolo e con autonomia (non più in rapporto alla paleografia, alla pittura, alla documentazione storica e di costume) nella storia dell’arte, con Franz Wickhoff, e dopo gli elitari interessi antiquari e collezionistici del XVIII secolo e dei primi anni del XIX, la miniatura vive, grazie ai progressi delle tecniche di riproduzione, alla diffusione di manuali, di prodotti del fai-dai-te, di corsi amatoriali e di riviste specializzate, un fenomeno di larga diffusione, che raggiunge il suo apice alla fine dell’Ottocento. Nel corso della seconda metà del XIX secolo il revival della miniatura medievale assume, soprattutto in Francia e in Inghilterra, una caratterizzazione sempre più ‘borghese’ e ‘domestica’, fino a diventare “l’art des femmes par excellence”, espressione di una più generale dicotomia sociale tra sfera maschile e sfera femminile, tra spazio pubblico e spazio privato, che investe anche la divisione delle arti. Sarà sempre in un ambito prevalentemente femminile, questa volta nei chiostri legati agli ambienti dell’ultramontanismo, del corporativismo cristiano e della rinascita monastica, che la miniatura sopravviverà, riconquistando un’importante funzione di legittimazione e di strumento politico, fino alla seconda Guerra mondiale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.