Il presente lavoro analizza il delicato tema della genitorialità omoparentale a séguito del ricorso in un paese straniero a pratiche di procreazione medicalmente assistita – fecondazione in vitro o in vivo (PMA) e gestazione per altri (GPA) – vietate in Italia, distinguendo dall’ipotesi del figlio nato in Italia quella del parto avvenuto all’estero. Mentre nel primo caso, infatti, si pone il problema della formazione dell’atto di nascita (italiano), nel secondo il tema è quello del riconoscimento dell’atto di nascita (straniero) in Italia. L’analisi, costantemente orientata su un piano plurale, rifiutando a priori qualunque semplificazione delle numerose situazioni di vita alla base delle differenti esperienze di maternità per sostituzione, si pone quale obiettivo quello di individuare un punto di equilibrio tra le esigenze di tutela del diritto del minore d’età al riconoscimento, anche giuridico, del legame sorto in forza del rapporto affettivo instaurato con entrambi i soggetti della coppia omosessuale che ha condiviso il disegno genitoriale, da un lato, e le ragioni sottese al perdurante divieto di legge vigente nel nostro ordinamento in tema di procreazione medicalmente assistita per coppie diverse da quelle eterosessuali, dall’altro.

La trascrizione in Italia di atti di nascita da parte di coppie omogenitoriali a valle del ricorso all'estero a pratiche vietate

Maria Porcelli
2024-01-01

Abstract

Il presente lavoro analizza il delicato tema della genitorialità omoparentale a séguito del ricorso in un paese straniero a pratiche di procreazione medicalmente assistita – fecondazione in vitro o in vivo (PMA) e gestazione per altri (GPA) – vietate in Italia, distinguendo dall’ipotesi del figlio nato in Italia quella del parto avvenuto all’estero. Mentre nel primo caso, infatti, si pone il problema della formazione dell’atto di nascita (italiano), nel secondo il tema è quello del riconoscimento dell’atto di nascita (straniero) in Italia. L’analisi, costantemente orientata su un piano plurale, rifiutando a priori qualunque semplificazione delle numerose situazioni di vita alla base delle differenti esperienze di maternità per sostituzione, si pone quale obiettivo quello di individuare un punto di equilibrio tra le esigenze di tutela del diritto del minore d’età al riconoscimento, anche giuridico, del legame sorto in forza del rapporto affettivo instaurato con entrambi i soggetti della coppia omosessuale che ha condiviso il disegno genitoriale, da un lato, e le ragioni sottese al perdurante divieto di legge vigente nel nostro ordinamento in tema di procreazione medicalmente assistita per coppie diverse da quelle eterosessuali, dall’altro.
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