Dopo il 1945 presso la casa editrice Einaudi un gruppo di intellettuali si occupò di una rifondazione della cultura per un’Italia democratica e repubblicana. Le Fiabe italiane di Calvino (1956) sono uno dei capitoli più importanti di questo progetto. Calvino volle raccogliere una testimonianza della tradizione favolistica e popolare in Italia e farne una lettura canonica, un classico come lo erano state in Germania le fiabe raccolte dai fratelli Grimm. In apertura della raccolta Calvino collocò la fiaba di Giovannin senza paura. L’articolo analizza e discute la fiaba, per cogliere il senso dell’importanza che Calvino le attribuì e raccoglie le fonti da cui la trasse, sia quelle dichiarate da Calvino, sia altre emerse dalla ricerca. Il confronto fra i testi rivela inoltre i significativi interventi di Calvino, e contraddice in parte la sua affermazione di avere condotto una semplice traduzione guidata da criteri filologici. L’obiettivo dell’articolo è mettere in luce l’operato dello scrittore, studiando gli usi che volle fare della tradizione, al fine di riconoscere e definire i criteri adottati per la formazione della raccolta nazionale a partire da un insieme di fiabe fino a quel momento rimaste nei confini regionali e studiate esclusivamente come testimonianze di cultura popolare

Dalla tradizione regionale al canone nazionale: Giovannin senza paura e le Fiabe italiane, prima raccolta di modello europeo in Italia

Elisa Gregorio
2024-01-01

Abstract

Dopo il 1945 presso la casa editrice Einaudi un gruppo di intellettuali si occupò di una rifondazione della cultura per un’Italia democratica e repubblicana. Le Fiabe italiane di Calvino (1956) sono uno dei capitoli più importanti di questo progetto. Calvino volle raccogliere una testimonianza della tradizione favolistica e popolare in Italia e farne una lettura canonica, un classico come lo erano state in Germania le fiabe raccolte dai fratelli Grimm. In apertura della raccolta Calvino collocò la fiaba di Giovannin senza paura. L’articolo analizza e discute la fiaba, per cogliere il senso dell’importanza che Calvino le attribuì e raccoglie le fonti da cui la trasse, sia quelle dichiarate da Calvino, sia altre emerse dalla ricerca. Il confronto fra i testi rivela inoltre i significativi interventi di Calvino, e contraddice in parte la sua affermazione di avere condotto una semplice traduzione guidata da criteri filologici. L’obiettivo dell’articolo è mettere in luce l’operato dello scrittore, studiando gli usi che volle fare della tradizione, al fine di riconoscere e definire i criteri adottati per la formazione della raccolta nazionale a partire da un insieme di fiabe fino a quel momento rimaste nei confini regionali e studiate esclusivamente come testimonianze di cultura popolare
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