Con la pronuncia in esame, la Corte di legittimità è tornata ad occuparsi della controversa applicazione del divieto di reformatio in peius sotto un duplice profilo, confrontandosi, per un verso, con l’ipotesi di plurimi annullamenti con rinvio al giudice di appello e interrogandosi, per altro verso, sulla possibilità di intervenire anche d’ufficio per il ripristino della corretta determinazione del trattamento sanzionatorio, quando manca una specifica doglianza, sul punto, della difesa dell’imputato. La sentenza merita di essere segnalata, perché esprime chiaramente l’intento della Corte di valorizzare la garanzia del divieto di reformatio in peius, non solo ribadendone l’operatività nel giudizio di rinvio, ma soprattutto ammettendo la rilevabilità ex officio della sua violazione nel corso del giudizio di legittimità, ai sensi dell’art. 609 comma 2 c.p.p., in ragione della natura sostanzialmente penale riconosciuta al disposto dell’art. 597 comma 3 c.p.p., che incide sulla legalità della pena e va, quindi, ricondotto nell’alveo di tutela convenzionale delineato dall’art. 7 C.e.d.u

La rilevabilità ex officio della violazione del divieto di reformatio in peius (nota a Cass., Sez. I, 30 novembre 2023, n. 5517)

Giuseppe Della Monica
2024-01-01

Abstract

Con la pronuncia in esame, la Corte di legittimità è tornata ad occuparsi della controversa applicazione del divieto di reformatio in peius sotto un duplice profilo, confrontandosi, per un verso, con l’ipotesi di plurimi annullamenti con rinvio al giudice di appello e interrogandosi, per altro verso, sulla possibilità di intervenire anche d’ufficio per il ripristino della corretta determinazione del trattamento sanzionatorio, quando manca una specifica doglianza, sul punto, della difesa dell’imputato. La sentenza merita di essere segnalata, perché esprime chiaramente l’intento della Corte di valorizzare la garanzia del divieto di reformatio in peius, non solo ribadendone l’operatività nel giudizio di rinvio, ma soprattutto ammettendo la rilevabilità ex officio della sua violazione nel corso del giudizio di legittimità, ai sensi dell’art. 609 comma 2 c.p.p., in ragione della natura sostanzialmente penale riconosciuta al disposto dell’art. 597 comma 3 c.p.p., che incide sulla legalità della pena e va, quindi, ricondotto nell’alveo di tutela convenzionale delineato dall’art. 7 C.e.d.u
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
La rilevabilità ex officio del divieto di reformatio in peius.pdf

accesso aperto

Descrizione: Articolo in rivista
Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Creative commons
Dimensione 208.41 kB
Formato Adobe PDF
208.41 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11580/110477
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
social impact