Alla vigilia della pronuncia della Corte costituzionale sulla liberazione condizionale, molti in dottrina si auguravano che la Consulta potesse compiere un significativo passo in avanti, rispetto a quanto fatto con la sentenza 253/2019. Con l’ordinanza di remissione della Prima Sezione della Cassazione del 3 giugno 2020, cd. ordinanza Pezzino, a differenza del passato, “la posta in gioco è ancora più radicale”, sia in termini ordinamentali che dal punto di vista del condannato: la Corte, dopo diciotto anni, si è trovata investita di un istituto che trasforma la pena perpetua de iure in una pena perpetua anche de facto. La nota scelta dei giudici della Consulta di non dichiarare l’incostituzionalità degli artt. 4-bis e 58-ter dell’ordinamento penitenziario ha deluso le aspettative dei più. Ma la Corte costituzionale ha preferito seguire la rotta indicata dalla sentenza Viola, astenendosi da quegli interventi para-legislativi a cui ci ha abituati in questi anni. Ora spetta al Parlamento svolgere il suo ruolo istituzionale, senza fallire.
Verso un'esecuzione penale più conforme ai principi di giustizia e umanità: la riforma in tema di liberazione condizionale e regime ostativo
Grieco, Sarah
2021-01-01
Abstract
Alla vigilia della pronuncia della Corte costituzionale sulla liberazione condizionale, molti in dottrina si auguravano che la Consulta potesse compiere un significativo passo in avanti, rispetto a quanto fatto con la sentenza 253/2019. Con l’ordinanza di remissione della Prima Sezione della Cassazione del 3 giugno 2020, cd. ordinanza Pezzino, a differenza del passato, “la posta in gioco è ancora più radicale”, sia in termini ordinamentali che dal punto di vista del condannato: la Corte, dopo diciotto anni, si è trovata investita di un istituto che trasforma la pena perpetua de iure in una pena perpetua anche de facto. La nota scelta dei giudici della Consulta di non dichiarare l’incostituzionalità degli artt. 4-bis e 58-ter dell’ordinamento penitenziario ha deluso le aspettative dei più. Ma la Corte costituzionale ha preferito seguire la rotta indicata dalla sentenza Viola, astenendosi da quegli interventi para-legislativi a cui ci ha abituati in questi anni. Ora spetta al Parlamento svolgere il suo ruolo istituzionale, senza fallire.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.